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Gli intrasportabili votano a casa

Approvata alla Camera la pdl della Bernardini. La palla passa al Senato. La novità potrebbe valere già da giugno

di Sara De Carli

La Camera ha dato il via libera al voto al proprio domicilio per almeno 100mila disabili gravi, intrasportabili di fatto pur potendo essere staccati, almeno per il tempo del voto, da apparecchiature elettromedicali. E ci sono anche possibilità concrete che tutto ciò si realizzi già dalle elezioni di giugno. La novità è contenuta nella Proposta di Legge n. 907, presentata dalla deputata radicale Rita Bernardini, che modifica la legge n.22/2006 sull’ammissione degli elettori disabili al voto domiciliare, e approvata dalla Camera il 29 aprile scorso.

La legge 22/06 (approvata sulla scia della rilevanza del voto dei disabili gravi per il referendum sulla legge 40) prevedeva la possibilità di voto domiciliare per chi, dipendendo continuamente da apparecchiature elettromedicali, sono intrasportabili. Questo, aveva detto ai tempi la stessa Bernardini, “va benissimo, ma ci sono anche tutti gli altri che non possono muoversi dalla loro casa e che, pur non essendo dipendenti da queste apparecchiature, sono comunque completamente immobilizzati a letto e dovrebbero essere facilitati e aiutati per l’espressione del loro voto”.

Naque così, l’anno scorso, la proposta di legge che modifica l’articolo 1: «Gli elettori che si trovano in una situazione di minorazione prevista dall’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ed impossibilitati a spostarsi autonomamente dalla propria dimora per qualsiasi motivo, sono ammessi al voto nella predetta dimora». Per farlo, basta una richiesta al proprio Comune, corredata dalla relativa certificazione medica.

La palla passa ora al Senato, dove però la Commissione Affari costituzionali ha già approvato un Ordine del Giorno (a firma dei senatori radicali Donatella Poretti, Emma Bonino e Marco Perduca) nel quale si impegna il Governo «ad agevolare l’approvazione della legge nei tempi utili affinché possa essere utilizzata per i prossimi appuntamenti elettorali di giugno, predisponendo ove fosse necessario un decreto-legge, che in questo caso risponderebbe effettivamente a quelle esigenze di necessità ed urgenza previste dalla norma costituzionale».


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