Non profit
Gli intoccabili in Italia non ci fanno ridere
Disabile + immigrato = clamoroso blockbuster
Quasi amici. Che vuol dire? A chi verrebbe mai voglia di andare a vedere un film intitolato Quasi amici, con in locandina due attori sconosciuti, dei quali uno è di colore e spinge una carrozzina elettrica sulla quale è seduto un signore di mezza età? Forse a un gruppo di volontari, o di operatori sociali, o agli iscritti a un’associazione di paraplegici. Tutti gli altri si dirigerebbero verso titoli più accattivanti.
Ma proviamo a chiamare questo film Intoccabili e usiamo la medesima foto della locandina. Ecco che stiamo rischiando qualcosa di clamoroso, ovvero bissare il successo che in Francia ha già avuto lo splendido film Intouchables, che racconta magistralmente l’incontro fra un tetraplegico ricco e un assistente personale di colore e abitante nella banlieue parigina. Ma perché in Italia il titolo è stato cambiato? Questa domanda mi frulla nella testa da giorni, e ho solo una risposta. Perché la disabilità, nel nostro Paese, è ancora un tabù per la comunicazione “normale”. Bisogna sempre smorzare i toni, edulcorare, trovare il modo di rendere almeno un po’ patetico perfino il titolo di un film. E poi mi sono accorto che questa pellicola divertente, strepitosa, imperdibile, è stata lanciata in Italia con un trailer che è passato assai raramente sulle reti televisive, nonostante la casa di distribuzione sia tra le più famose. Perché? Forse perché nel film i due protagonisti fumano anche qualche spinello? Oppure perché il “badante” porta il tetraplegico Philippe a farsi massaggiare le orecchie da una prostituta? Non lo so. Ho tanti dubbi. Ma anche qualche certezza. Il cammino verso un rapporto disinibito e corretto, alla pari, sul tema dell’handicap, in Italia è ancora lungo e tortuoso, e rischiamo di perdere occasioni eccellenti, come questa, di messa in rete di mondi diversi, lontani per cultura e stile di vita. Questi mondi, in effetti, rimangono ancora una volta “intoccabili”. (Vedi anche la recensione del film a pag. 31)
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