Welfare

Gli immigrati di Rosarno? Scomparsi.

Lo scrivono i comboniani e lo dice l'onorevole Touadì

di Emanuela Citterio

«Sono scomparsi. Sepolti anche loro sotto le macerie di Haiti. Vittime dell’implacabile regola della comunicazione che spazza via le notizie, anche gli immigrati di Rosarno sono spariti. Se non ci fosse stato quel terribile evento del terremoto, i nostri giornali avrebbero cavalcato la notizia per giorni. Ed invece niente, il silenzio». A scriverlo sul suo sito la rivista Combonifem.

«Siamo già arrivati ai proclami della politica, che ora sfila per affermare che non ci saranno «nuove Rosarno», che si farà quadrato contro «le imprese illegali collegate ai clan». Ma loro? Quei ragazzi che hanno raccolto le arance fino a qualche settimana fa che fine hanno fatto? Su Redattore Sociale un ghaneano racconta che i caporali si stanno già riorganizzando e che, nonostante il pericolo, una decina sono già là».

«Dopo i fatti di Rosarno mi sarei aspettato dal governo azioni concrete tese a impedire che in futuro nuovi episodi del genere possano ripetersi» ha detto l’onorevole Jean Leonard Touadì (Pd). «Le uniche realtà impegnate davvero a realizzare concrete politiche sull’immigrazione, sono le tante organizzazioni non governative e associazioni laiche e cattoliche dalle quali arrivano proposte al governo, senza che quest’ultimo manifesti il minimo di attenzione» ha aggiunto il deputato.

Un gruppo di associazioni fra cui Acli, Arci e Amnesty International, ha lanciato una campagna mondiale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura degli altri. “Non avere paura” è l’iniziativa promossa da: Acli, Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, Amnesty International, Antigone, Arci, Asgi, Cantieri Sociali, Caritas italiana, Centro Astalli, Cgil, Cir, Cisl, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Csvnet, Emmaus italia, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Federazione Rom e Sinti, FioPsd, Gruppo Abele, Libera, Rete G2 – Seconde generazioni, Save the Children, Sei – Ugl, Terra del Fuoco, Uil Tavolo della Pace.

L’adesione al manifesto è possibile collegandosi QUI. «La campagna nasce dalla preoccupazione per il clima di diffidenza e criminalizzazione che si respira in Italia. Sintomi preoccupanti di un corto circuito che rischia di degenerare» scrivono gli organizzatori, «perché chi alimenta il razzismo e la xenofobia attraverso la diffusione di informazioni fuorvianti e campagne di criminalizzazione fa prima di tutto un danno al Paese».


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