Cultura

Gli imam tra i cappelani militari francesi

Un provvedimento amministrativo avvalora la presenza di imam nell'esercito francese per assistere i militari di religione musulmana

di Joshua Massarenti

Anche i militari di religione musulmana potranno avere i loro assistenti spirituali, gli imam, nell’ esercito francese, come gia’ accadeva per i loro colleghi cattolici, protestanti ed ebrei. E’ questa la principale novita’ contenuta nel decreto sul nuovo statuto dei cappellani militari che e’ stato pubblicato oggi sul Journal officiele riportata dall’Ansa.

Il provvedimento stabilisce che i cappellani di ogni religione saranno nominati dal ministro della Difesa su proposta del loro capo cappellano, scelto dallo stesso ministro ”fra i candidati proposti da ogni culto”. Il decreto fa cosi’ cadere una limitazione che era stata criticata da tempo, soprattutto per la forte presenza di truppe del nord Africa nei ranghi francesi in occasione delle due guerre mondiali.

All’ interno di un’azione che tende a coinvolgere sempre piu’ il mondo islamico e a farlo partecipare in modo piu’ assiduo alla vita sociale del paese, la decisione di allargare agli imam la presenza tra le forze armate da un lato e’ da una parte il segnale dell’ importanza che la comunita’ musulmana ha in Francia e dall’ altro della maggiore attenzione a questa comunita’ da parte delle autorita’ della repubblica, anche nel tentativo di isolare le frange estremiste e massimaliste. L’ apertura confessionale si inserisce – e questo e’ un altro elemento di novita’ introdotto dal decreto – nel tentativo di estendere il ruolo dei cappellani, attualmente impegnati solo a tempo parziale, nelle operazioni esterne e quindi di adattare il loro status alle nuove realta’ dell’ esercito professionale. I futuri cappellani militari islamici dovranno essere – come gli assistenti spirituali delle altre religioni – diplomati o con titoli analoghi e possedere le attitudini richieste per essere ufficiali.

Per il rettore della Grande moschea di Parigi Dalil Boubakeur il nuovo statuto e’ ”prima di tutto un riconoscimento del ruolo svolto dai militari francesi musulmani, soprattutto ai tempi dell’ armata d’ Africa o nella prima guerra mondiale”. Si tratta anche – ha aggiunto Boubakeur – di ”una decisione tanto simbolica quanto importante per l’ esercito di oggi nel quale la presenza musulmana e’ significativa”. Sono molti infatti i giovani islamici che attraverso l’ esercito riescono a trovare inserimento sociale, possibilita’ di studio e di formazione.

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