Politica

Gli europei vogliono una donna presidente

Un sondaggio della Fondazione Schuman vede in testa di Vaira Vike-Freiberga con il 54,42% delle preferenze

di Lorenzo Alvaro

Gli europei vorrebbero una donna come presidente stabile del Consiglio Ue. È quanto emerge da un sondaggio fatto sulle pagine internet della Fondazione Robert Schuman, durante le trattative tra i governi in vista del Consiglio del 19 novembre dove questo incarico dovrà essere assegnato. In questa raccolta di pareri vengono offerti ai lettori del sito i nomi di cinque dei politici più citati in queste settimane per l’incarico, le risposte sono dunque vincolate a questi nomi tra i quali per primo esce quello di Vaira Vike-Freiberga, con ben il 54,42% delle preferenze. La ex presidente lettone (dal 1999 al 2007), atlantista e sostenitrice della guerra in Iraq, 72 anni, non è un personaggio notissimo a livello europeo e sorge quindi il dubbio che la sua vittoria sia stata decretata in buona parte dal suo sesso, da una voglia di “equilibrio” di genere, come lo chiama il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso. Lei di certo comunque sarà contenta di questo risultato (ancora provvisorio), dato che in una intervista concessa oggi al El Mundo si dice «pronta per questo lavoro». Il suo progetto non è però arricchito da una ampia visione del suo ruolo. «Non credo che il presidente debba avere un programma», dice, «dovrà mettersi al servizio dell’Unione». Che è insomma il minimo che si possa dire. Scendendo nel dettaglio dei compiti del futuro presidente Vike-Freiberga spiega che «dovrà occuparsi delle relazioni del Consiglio con le altre istituzioni europee, partecipare alle riunioni e assicurarsi che tutto si svolga normalmente, che l’Unione europea funzioni meglio». Non è un’idea molto ambiziosa dell’incarico, ma in fondo è proprio quello che c’è scritto sul Trattato di Lisbona. Il presidente, infatti, non ha poteri definiti, tranne quello fissare l’ordine del giorno dei Consigli europei. Ben distanziati dalla capolista ci sono gli uomini. In seconda posizione c’è il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker al 21,20%, seguito da Tony Blair con un modesto 11,46%. Il belga Herman Van Rompuy è al quarto posto con l’8,08%, ultimo l’olandese Jan Peter Balkenende, appena visibile al 2,97%.



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