Volontariato

Gli esperti fanno pressing: curateli cos

Giornata mondiale/Alzheimer

di Redazione

Il morbo dell?Alzheimer avanza: si calcola che nel 2020 i malati nel nostro Paese toccheranno la cifra di 900 mila, diventando quasi il doppio rispetto a oggi. E avanza trovando ben poche resistenze sul proprio cammino in un Paese come il nostro, dove i servizi sanitari e socio-assistenziali per le persone affette dall?Alzheimer sono estremamente carenti. Dati e denuncia arrivano dagli esperti dell?Epa (Expert Panel Alzheimer), il gruppo multidisciplinare composto da neurologi, geriatri, psichiatri, farmacologi e rappresentanti delle associazioni dei familiari dei pazienti, nato per iniziativa della Società italiana di neuroscienze.

Lo scopo del gruppo di esperti così formato è proprio quello di porsi come riferimento per delineare i comportamenti medici e gli indirizzi socio-assistenziali più appropriati per le persone affette dalla malattia. Per le quali vengono spesi annualmente qualcosa come 50 mila miliardi, soprattutto a causa della mancanza di una strategia medico-sociale adatta a fronteggiare il morbo. In tal senso va dunque letta l?iniziativa della pubblicazione del primo Documento italiano di consenso sulla malattia dell?Alzheimer (Il Pensiero scientifico editore), una ?summa? delle raccomandazioni prodotte dall?Epa e rivolte principalmente agli specialisti e ai medici di famiglia, ma anche ai familiari impegnati sul campo, come strumento di supporto nell?iter diagnostico, terapeutico e assistenziale della malattia. Con l?approssimarsi del 21 settembre, Giornata mondiale per la lotta all?Alzheimer, si creano così gli strumenti per lo sviluppo di quella che viene definita ?l?alleanza terapeutica? fra medico, paziente e famiglia, una fondamentale risorsa per affrontare la malattia a fronte di una mancanza di servizi specifici ormai consolidata. «E che configura forzatamente una delega totale alla famiglia nel trattamento dei malati», ci spiega Luciano Martini, coordinatore dell?Epa. Cui fa eco Marco Trabucchi, cattedradico di neuropsicologia all?Università di Roma: «Anche in Italia, però, è necessario creare delle strutture, come i centri diurni o i group living, che siano in grado di garantire a pazienti e familiari il necessario supporto professionale».

Per informazioni: Società Italiana Neuroscienze, tel. 06.862821; fax. 06.86282250

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