Economia

Gli esodi non si affrontano con il bilancino

di Marcello Esposito

Rimango dell’opinione che Johnny Dotti abbia ragione. Se devi affrontare un esodo, non puoi usare il bilancino. Di fronte ad un fenomeno come l’esodo di massa dal continente africano o si chiudono ermeticamente i confini o è necessario cambiare totalmente paradigma.
Guardiamo all’agenda europea per l’immigrazione. Il principio è (in parte) corretto ma l’aspetto concreto è deludente. Forse, la realpolitik europea impone che bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo e sperare che con il tempo dai “buoni principi” discenda la “buona pratica”. Il fatto è che, come Maurizio Ambrosini su Lavoce.info spiega bene, per il momento la vecchia volpe di Juncker ha messo ancora una volta nel sacco Mogherini e Renzi. Gli italiani infatti dovranno adesso registrare tutti gli immigrati e non potranno più girarsi dall’altro lato per farli proseguire verso la Germania o altri paesi del Nord Europa. E visto che coloro che hanno diritto all’asilo politico sono forse il 10% del totale, gli altri 100.000-200.000 per anno dove li mettiamo?
Perché non ci illudiamo che l’esodo finisca con un controllo più stringente dei porti libici. Ricordiamoci all’inizio degli anni ’90 quando abbiamo visto la prima ondata di immigrati albanesi. Allora era la televisione a mostrare agli albanesi la terra promessa, oggi è Internet. E Internet ha reso il mondo più piccolo. Molto più piccolo. E’ impressionante sentire che i ragazzi appena sbarcati e smistati nelle varie città italiane rifiutano le sistemazioni senza connessione Wi-Fi. Se vivi nella miseria più nera e vedi su Internet il Paradiso, nessuno può fermarti. Non il deserto, non il mare. O si bloccano le porte o si decide di affrontare il problema alla radice e consentire ai nostri fratelli, diseredati e perseguitati, di immaginare un futuro a casa loro.

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