Non profit
«Gli esclusi del 2007? peggio per loro!»
5 per mille. La singolare protesta degli inclusi
Vi sembrerò un po? cinico, ma appena ho letto che molti enti per questioni formali sono stati esclusi dalla distribuzione (quando???) del 5 per mille, ho pensato «peggio per loro». Con la mia associazione abbiamo fatto di tutto per essere in regola, e non capisco perché dobbiate promuovere un?azione che sa del tanto vituperato ?condonismo?. Poi, se dall?estromissione delle organizzazioni qualche soldo entrerà nelle nostre casse, non credo che ce ne dovremo vergognare, o no?
E’ il destino che è cinico e baro, non lei. Lei, me lo permetta, è solo un poco insensibile, non si immedesima affatto in chi si trova in questa situazione kafkiana, ma credo, a questo punto, sia utile a lei – e a tutti noi – capire perché ci si deve indignare tutti di fronte ad un?amministrazione così poco avveduta.
La questione del 5 per mille ?negato? dovrebbe far arrossire funzionari e politici, certo; non tutti i funzionari e politici, forse, ma sicuramente chi non capisce che si sta ledendo senza ragione alcuna un diritto fondamentale del cittadino che è quello, una volta istituita una legge (in questo caso agevolativa), di renderla ?praticabile? a tutti coloro che hanno i requisiti soggettivi richiesti.
La legge in questione, peraltro, affermava due diritti delle due parti in gioco: il diritto del cittadino di assegnare (o non assegnare) a un ente una parte delle proprie imposte, e il diritto dell?ente assegnatario della ?erogazione? a vedersela corrispondere.
Inoltre – vedi la sentenza 202/07 della Corte Costituzionale – in questa vicenda lo Stato non è terza parte, cioè non ha voce in capitolo, ma è mero esecutore di un meccanismo, è uno sherpa silenzioso e attento. Vigila, come deve fare sulla base di ben altre normative, sull?attribuzione corretta del 5 per mille ai soggetti che hanno determinate caratteristiche. Punto e basta. Nessuna vessazione, nessuna richiesta a una onlus se è ancora onlus.
Acceda, lo Stato, all?Anagrafe tributaria delle onlus che detiene nella stanza accanto e veda in ogni momento se una onlus è una onlus.Chiami il funzionario regionale, provinciale o prefettizio e chieda gli elenchi, albi e registri dei quali è disseminata dissennatamente la penisola. Nell?epoca delle email e dell?informatica sarà possibile fare dei copia-incolla e confrontare chi c?è e chi non c?è!
Perché poi, per dirla tutta, vorrei sapere il motivo per il quale l?Agenzia non pubblica – a garanzia proprio di tutti i cittadini – l?elenco di tutte le onlus.Molti enti locali lo fanno (online) con le organizzazioni che sono iscritte ai loro registri, consentendo una verifica al volo da parte dei cittadini della soggettività tributaria degli enti (e quindi la possibilità di detrarre o dedurre le erogazioni).
In uno Stato normale esisterebbe un elenco (unico, per carità) delle organizzazioni, con i dati degli amministratori, le entrate e le uscite per anno, oltre ai dati essenziali dell?ambito operativo dell?ente.
Senza contare che tutto questo esiste già, e non nel Principato di Zirconia, ma nella vicina Gran Bretagna; il Register of Charities dell?omonima Charity Commission che – dati di dicembre 2007 – contiene più di 190mila enti (andate al sito www.charity-commission.gov.uk e commuovetevi).
Uno Stato che non riesce (e neppure pensa) a far questo, e anzi va in direzione diametralmente opposta, non può chiedere a piccole organizzazioni per lo più non strutturate di seguire giorno per giorno normativa, prassi e giurisprudenza in perenne conflitto tra loro. E soprattutto non può chiedere quanto sa già egli stesso.
Infine, su quanti soldi arriverebbero alla sua associazione con la conferma della non validazione in toto delle escluse, sappia che in media si aggiungerebbe – a voi integerrimi che non sbagliate mai – un euro ogni 12 incassati. L?affermazione di un diritto universale mi sembra possa valere qualcosa di più, non crede?
Il punto
- Questione di diritto.
Un lettore, la cui associazione è stata validata nel 2007, protesta contro i tentativi di ?ripescare? le escluse per motivi formali. Perché premiare chi non ce l?ha fatta penalizzando chi si è attenuto alle istruzioni? In ballo, l?affermazione di un diritto. Che domani potrebbe tornare utile a tutti…
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