Economia

Gli errori di Cottarelli

La nota di Federcasse in risposta alle imprecisioni di stampa relative al presunto controllo di Banche di Credito Cooperativo da parte di società partecipate dagli Enti Locali

di Redazione

Federcasse ha redatto una nota in risposta alle imprecisioni di stampa relative al presunto controllo di Banche di Credito Cooperativo da parte di società partecipate dagli Enti Locali. L'imprecisione è contenuta nel Rapporto sulle società partecipate dagli enti locali reso noto lo scorso mese di agosto sul sito del Commissario per la Revisione della Spesa
 
Di seguito la nota integrale di Federcasse:
«Con riferimento a quanto apparso su alcuni quotidiani a proposito del Rapporto sulle società partecipate degli enti locali reso noto il 7 agosto sul sito del Commissario per la Revisione della Spesa, va rettificata l'affermazione che tale mondo «controlla banche di credito cooperativo».

Tale affermazione è infatti palesemente errata per le seguenti ragioni:

  • il valore massimo della quota detenibile da ogni Socio di una Banca di Credito Cooperativo o Cassa Rurale, sia esso una persona fisica o giuridica, è di 50 mila euro. E il capitale minimo per una BCC è pari a 5 milioni di euro;
  • in una banca cooperativa mutualistica vige la regola per tutti i Soci (persone fisiche o giuridiche, quindi anche per gli Enti pubblici) del voto capitario: «una testa, un voto».

Nessun Socio può quindi – né giuridicamente né di fatto – assumere una posizione di «controllo» in una BCC. Inoltre, al fine di evitare ogni possibile condizionamento da parte di amministratori pubblici o consiglieri di Enti locali nella gestione della Banca, lo Statuto tipo delle BCC – approvato dalla Banca d'Italia – dal 2011 ne prevede la non eleggibilità.

La presenza di un Ente pubblico locale – anche con quote di valore simbolico – nella compagine azionaria di una BCC-CR (banca mutualistica di comunità senza fini di lucro) assume quindi un significato e un valore che non è da confondere con quelli delle società strumentali controllate o partecipate con finalità specifiche (municipalizzate, ecc.). Essa esprime infatti l'adesione ad un modo differente di fare banca che rende protagonisti i territori e che ha per finalità statutaria «favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l'educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera (art. 2 dello Statuto)».

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