Comitato editoriale
Gli ecosistemi naturali chiave per un’economia più sana e green
I servizi ecosistemici al centro di un convegno che ha illustrato come i sistemi naturali e i servizi che essi offrono gratuitamente e quotidianamente allo sviluppo e al benessere umano sono la base essenziale dei processi economici
di Redazione
Disporre di una buona dotazione di servizi ecosistemici significa avere una maggior ricchezza pro‐capite in termini di “capitale naturale”, un benessere migliore delle comunità umane e maggiori opportunità di sviluppo, ma anche una minore vulnerabilità, una maggiore salute e resilienza dei sistemi naturali e dei territori, ha ricordato il WWF Italia (Civil Society Participants di Expo 2015), Federparchi e il ministero dell’Ambiente al convegno nazionale dio sabato 4 luglio in Expo 2015 all’auditorium della Terra del Biodiversity park dal titolo “Biodiversità: il capitale naturale, la base per una nuova economia”.
I servizi eco sistemici sono costituiti dalla produzione di cibo, dalla disponibilità di acqua, di materie prime, di risorse genetiche, ma anche funzioni e processi degli ecosistemi come assorbimento degli inquinanti, protezione dall’erosione e dalle inondazioni, regolazione dello scorrimento superficiale delle acque e della siccità, mantenimento della qualità delle acque, controllo delle malattie, formazione e rigenerazione dei suoli ecc.
I sistemi naturali, ovvero la ricchezza degli ecosistemi e della biodiversità, e i servizi che essi offrono gratuitamente e quotidianamente allo sviluppo ed al benessere umano sono la base essenziale dei processi economici, dello sviluppo e del benessere delle società umane. Il capitale naturale non può quindi essere invisibile ai modelli economici come avviene attualmente, ma deve essere considerato centrale e base fondamentale per lo sviluppo dell’umanità e per questo è necessario individuare le modalità per “mettere in conto” la natura, cercare di fornirgli un “valore”.
Questo valore non può essere individuato solo in termini “monetari” perché le strutture, i processi, le funzioni e i servizi dei sistemi naturali vanno ben oltre ogni possibilità economica di mera rendicontazione monetaria. E’ indispensabile che la contabilità economica venga affiancata da una contabilità ecologica che tenga conto dei conti fisici delle risorse, dei sistemi naturali e dei loro servizi nonché, ove possibile, di quelli monetizzabili con i metodi sin qui ufficialmente standardizzati.
Il convegno ha fatto il punto sul capitale naturale, analizzandone il quadro generale, le azioni concrete già operative in diverse parti del mondo e nel nostro paese e le proposte concrete per contribuire ad impostare una nuova economia che tenga veramente conto della natura.
Il dibattito internazionale in merito è ormai amplissimo dall’approfondito lavoro del programma internazionale del Teeb, The Economics of Ecosystems and Biodiversity, fino all’International Platform of Biodiversity and Ecosystem Services, Ipbes, alle iniziative internazionali del Natural Capital Protocol e della Natural Capital Declaration, ecc.
In questo scenario si colloca la Strategia Nazionale per la Biodiversità approvata nel 2010 e in corso di attuazione che costituisce il principale riferimento italiano su questi temi a cui si aggiunge la “Carta di Roma sul Capitale Naturale e Culturale” adottata durante il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio Ue.
La Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare del ministero dell’Ambiente è inoltre impegnata in azioni concrete che riguardano ad esempio: la messa a punto di un sistema nazionale per la contabilità ambientale dei Parchi Nazionali e delle Aree marine protette; lo studio promosso per una prima valutazione socio-economica del sistema nazionale delle aree protette che ha evidenziato quanto esso costituisca un grande laboratorio di buone pratiche imprenditoriali innovative; il trasferimento alle Regioni di risorse economiche per la promozione del turismo sostenibile anche collegate agli eventi Expo.
Alcuni esempi concreti di quanto possono valere i servizi ecosistemici arrivano anche dal progetto europeo LIFE Making Good Natura, di cui il ministero dell’Ambiente è partner.
È necessario peraltro che il valore del capitale naturale influenzi in maniera significativa i processi di decisione sia sul piano politico che su quello economico.
A tal fine, anche grazie all’attenzione del WWF, è stato promosso l’inserimento nel ddl di legge governativo “Disposizioni in materia ambientale per promuovere la green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” attualmente in discussione in Parlamento, dell’articolo 50, che prevede l’istituzione del Comitato Nazionale per il Capitale Naturale, dell’articolo 51, che prevede un catalogo dei sussidi perversi e favorevoli nei confronti dell’ambiente e la sostenibilità e dell’articolo 53 che delega al Governo le normative relative ai pagamenti dei servizi eco sistemici. Si tratta di articoli molto importanti per quanto riguarda la focalizzazione della valutazione del Capitale Naturale nei processi nazionali formali di programmazione economica, dalla predisposizione del Def fino alla legge di stabilità.
Questo prevedere per la prima volta l’adozione di strumenti per la valorizzazione dei servizi ecosistemici e in particolare l'introduzione di un sistema di Pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (Psea) costituisce uno strumento molto utile per la sostenibilità.
Il sistema di Psea sarà attivato, in particolare, in presenza di un intervento pubblico di assegnazione di diritti di proprietà o di sfruttamento di un bene naturalistico di interesse comune. La norma prevede che siano in ogni caso remunerati servizi quali: fissazione del carbonio delle foreste di proprietà demaniale e collettiva; regimazione delle acque nei bacini montani; salvaguardia della biodiversità delle prestazioni ecosistemiche e delle qualità paesaggistiche; utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche. Nel sistema di Psea saranno inoltre considerati interventi di pulizia e manutenzione dell’alveo dei fiumi e dei torrenti.
Con questo provvedimento normativo viene inoltre espressamente riconosciuto il ruolo svolto dalle foreste e dall’agricoltura per il mantenimento dei servizi ecosistemici, prevedendo meccanismi di incentivazione attraverso cui il pubblico operatore possa creare programmi con l’obiettivo di remunerare gli imprenditori agricoli che tutelano gli ecosistemi.
Beneficiari finali del sistema di Psea saranno i comuni, le loro unioni, le aree protette, le fondazioni di bacino montano integrato e le organizzazioni di gestione collettiva dei beni comuni. Saranno infine introdotte forme di premialità a beneficio dei Comuni che utilizzano, in modo sistematico, sistemi di contabilità ambientale.
Foto in apertura – Dan Kitwood/Getty Images
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