Sostenibilità
Gli eco-peccatori del chilometro zero
Le "Confessioni" del giornalista ambientale Fred Pearce
Il boom dei prodotti locali mette in crisi i produttori del Sud del mondo. Come nel caso dei fagioli verdi del Kenya Inizia sottoterra, dentro la gigantesca miniera d’oro Driefontein, in Sudafrica, il viaggio del giornalista inglese Fred Pearce alla scoperta delle origini delle cose che compriamo e consumiamo. «La ricerca dell’oro è forse una delle maggiori assurdità umane: dal punto di vista ambientale e sociale ha poco senso», dice Pearce nel primo capitolo del suo ultimo libro “Confessioni di un eco-peccatore”, pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente. L’autore scrive di ambiente da oltre vent’anni e collabora, tra gli altri, con il Guardian e Internazionale. Eppure il genere umano non ha mai rinunciato all’oro e anche Pearce confessa: «In ogni istante del mio viaggio ho avuto al dito la mia fede d’oro». Insomma, siamo tutti eco-peccatori. Per essere meno colpevoli, e dunque ridurre il nostro impatto ambientale, dice Pearce: «Ciascuno dovrebbe prima di tutto limitare i viaggi in aereo, se non evitarli totalmente. Questo si tradurrebbe in una riduzione notevole di emissioni di anidride carbonica. Bisognerebbe anche usare meno l’automobile, l’aria condizionata e il riscaldamento. Già così faremmo molto per il clima».
Acquistare prodotti locali fa bene all’ambiente, perché si tagliano le emissioni di CO2 dei trasporti. Ma anche qui, dice Pearce, bisogna chiedersi chi guadagna e chi perde. «Spesso la produzione di cibo per il mondo occidentale ha effetti devastanti sull’ambiente e sull’economia del Sud del mondo. Ma in Kenya ho incontrato i piccoli produttori dei fagioli verdi in scatola che mangio a Londra. Ciascuno di loro ha un buon guadagno. Noi ricchi abitanti della Gran Bretagna sbaglieremmo se, per essere più “verdi”, boicottassimo quei fagioli solo perché arrivano in aereo. L’impatto ambientale del produttore keniota è comunque più basso di quello del consumatore britannico, che può cercare altri modi per emettere meno anidride carbonica».
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