Politica

Gli assessori al sociale? Sono quelli più a rischio

Aggressioni verbali e fisiche, lettere minatorie, spari contro le abitazioni. Fino ai tentati omicidi. Avviso Pubblico ha censito gli atti di intimidazione di cui sono stati vittima gli amministratori locali. Scoprendo che chi si occupa di welfare è sempre più nel mirino. A partire dall'ex assessore veneziano Sandro Simionato

di Francesco Dente

Aggressioni verbali e fisiche, lettere minatorie, spari contro le abitazioni. Finanche tentati omicidi. Sono allarmanti i dati sugli atti di intimidazione nei confronti degli amministratori locali e dei funzionari censiti da Avviso Pubblico, la rete di più di 300 enti locali che si batte contro le mafie.

Secondo l’ultimo rapporto, nel 2014 i casi sono stati ben 361, il 3% in più rispetto ai 351 del 2013. Una media di 30 intimidazioni al mese. Dallo studio risulta che la maggior parte delle minacce e delle intimidazioni (83%) è diretta alle persone, contro un 17% di episodi in cui il bersaglio è rappresentato invece dai mezzi e dalle strutture pubbliche. Sotto tiro finiscono soprattutto gli amministratori locali (73%), del Sud in particolare. Tra questi i più colpiti sono i sindaci (47% dei casi), seguiti dagli assessori (25%) e dai consiglieri (19%).

Vita ha provato ad approfondire il dato sugli assessori comunali. Spulciando fra gli episodi riportati nella cronologia del rapporto emerge che dei circa trenta componenti delle Giunte municipali finiti nel mirino 8 hanno la delega all’ambiente, 5 alle politiche sociali, 4 ai lavori pubblici. Il resto dei casi riguarda altri incarichi. Gli amministratori che si occupano di welfare e di Terzo settore sono dunque fra quelli più a rischio. Un dato in forte crescita rispetto all’anno precedente quando c’era stato solo un caso a Vibo Valentia in Calabria. Nel 2014 il primo è stato l’allora assessore alle politiche sociali di Venezia, Sandro Simionato (in foto), destinatario di una busta con un proiettile. È stata la volta poi dell’assessore di Ardea in provincia di Roma, Nicola Petricca, la cui auto è stata incendiata. Stessa sorte per Domenico Carbone suo omologo di Marano Marchesato nel Cosentino al quale sono state recapitate anche due buste contenenti proiettili e fiori. Paolo Cascavilla di Manfredonia nel Foggiano invece è stato aggredito fisicamente e verbalmente da due pregiudicati. Ignoti, infine, hanno tagliato settanta piante di ulivo nel podere di famiglia di Gianlivio Provenzano, assessore ai servizi sociali di Partinico nel Palermitano. Non finisce qui. Minacce anche contro il personale comunale. Plinio Bartiromo, dirigente del comune salernitano di Nocera e coordinatore del Piano di Zona ha ricevuto una busta con un proiettile mentre Paola Santoro, assistente sociale di Palermo, è stata aggredita da un gruppo di senza casa. Episodi sottostimati (non tutti denunciano) e da mettere in relazione con la crisi. «Lo Stato dovrebbe creare un fondo per potenziare i servizi sociali. Abbiamo bisogno di garantire un salario minimo di sussistenza a tutti, cosa che, in questo momento, sta diventando la più difficile», osserva Alvise Stracci, sindaco di Alimena nel Palermitano e vittima di un attacco incendiario.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.