Politica
Gli aquilani preferiscono le C.a.s.e.
I dati del censimento tra chi ha l'abitazione inagibile
di Redazione
Il 64% mira a una delle palazzine in costruzione, il 32% punta al contributo per potersi organizzare autonomamente. E anche gli studenti vogliono tornare Il 64% degli aquilani che ha fatto richiesta per un’abitazione vuole andare nelle palazzine del progetto C.a.s.e. Questo è il dato più significativo che emerge dall’analisi dei moduli di rilevazione delle esigenze abitative dei cittadini che hanno la casa E, F o in zona rossa, cioè quelle costruzioni considerate inagibili o gravemente inagibili. Sono 16.108 in totale le richieste, che si riferiscono alle esigenze di 36.352 persone, suddivise in nuclei familiari. 8.671 danno la loro preferenza al progetto del governo, il 32%, ossia 4.237 sottoscrittori, preferisce il Cas (Contributo di autonoma sistemazione), mentre un residuo 4% dichiara che preferirebbe uno degli appartamenti in affitto messi a disposizione dallo Stato. «Un dato scontato», secondo Marco Morante, portavoce di Collettivo 99, «in quanto il progetto C.a.s.e. è l’unica proposta sul tavolo». Soluzione sempre osteggiata dai comitati cittadini: «Abbiamo sempre sostenuto una soluzione alternativa costituita dai Map (Moduli abitativi temporanei) che non avrebbero deturpato il territorio, spostato la vita lontano dal centro ed, essendo impilabili, occupato molto spazio». Il progetto del governo però è ormai una realtà, «dunque è inutile continuare questo tipo di polemica», aggiunge Morante. Proprio riguardo al progetto C.a.s.e. c’è da sottolineare che i posti che ne nasceranno ad oggi sono 15mila, dunque insufficienti ad ospitare tutti i richiedenti. I lavori procedono a ritmo serrato ma come già preannunciato dalla Protezione C
civile sarà necessario un amplimento con l’apertura di nuove aree. Su questo Morante è categorico: «È impensabile e sbagliato che vengano pensati nuovi siti e un allargamento del progetto. Per chi avrà bisogno di un alloggio si cominci a prendere sul serio l’ipotesi dei moduli impilabili. Altrimenti si rischia di distruggere definitivamente questo territorio».
I primi cantieri per la costruzione dei complessi abitativi antisismici sono stati inaugurati alla fine di maggio e già il 12 agosto scorso sono stati avviati i lavori in tutte le 19 aree in programma. Ad oggi, risultano ultimate 111 piastre con isolatori sismici. È salito invece a 69 il numero delle piastre antisismiche sulle quali sono iniziati i lavori di costruzione degli edifici.
Parallelamente alla costruzione delle strutture che ospiteranno gli appartamenti, si stanno inoltre portando avanti le opere di urbanizzazione: strade, infrastrutture e pavimenti industriali. Alcuni quartieri dovranno essere pronti già a settembre, quando a circa 3mila aquilani verranno consegnate le chiavi delle prime abitazioni.
Un dato importante riguarda l’attuale sistemazione dei cittadini aquilani considerati dal censimento: il 17% risulta ospitato nelle aree di accoglienza, il 25% nelle strutture ricettive della costa, mentre il 58% ha trovato autonomamente una sistemazione. Da un punto di vista anagrafico, emerge chiaramente il problema “anziani soli”: sono infatti circa 3mila le persone che hanno più di 75 anni, mentre quasi 4mila sono quelle comprese nella fascia di età 0-19 anni. Il 33% dei nuclei familiari è composto da una sola persona, il 27% da due, il 19% da tre. La maggior parte degli aquilani, il 57%, è proprietario della casa in cui abitava. Ridotta infine al 6% la percentuale dei cittadini stranieri (comunitari e non).
Interessante infine il dato relativo alle richieste di alloggio universitario: in tutto sono 2.516, una quota significativa che indica anche la fiducia dei giovani in una rapida ripresa dell’università aquilana.
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