Sostenibilità

Gli ambientalisti traditori e la Csr

Continua la polemica del passaggio di Melchett (Greenpeace) all'agenzia di Monsanto. Sul Guardian, un duro intervento contro la responsabilità sociale delle imprese: minaccia l'ambientalismo

di Giampaolo Cerri

Fa ancora discutere il passaggio di Lord Melchett da Greenpeace alla compagnia di pubbliche relazione Burson-Marsteller, che cura la comunicazione di Monsanto; Se ne occupa oggi sul Guardian George Monbiot, che fa la lista de altri recenti passaggi dal mondo dell’ambientalismo al profit. «Gente che oggi è a libro paga delle più distruttive società del mondo, propagandandone le credenziali ecologiche», dice citando Jonathan Porritt, David Bellamy, Sara Parkin, Tom Burke e Des Wilson, personaggi delle associazioni britanniche che hanno cambiato casacca. Monbiot avverte che «la grande disponibilità di denaro è oggi qualcosa che è chiamato “corporate social responsibility” o CSR». Al cuore della CSR, prosegue polemicamente l’articolo, «c’è l’idea che le società possono regolarsi come vogliono». Come esempio si cita l’appello di Blair alle compagnie britanniche di dotarsi entro il 2001 di rapporti abientali, in grado di attestare il loro comportamento rispetto alla natura «A gennaio solo 54 delle 200 più grandi lo avevano fatto, perché la decisione volontaria ha ormai sostituito le prescrizioni e il pubblico così non ha mezzi per valutare le performance delle aziende che hanno omesso il rapporto ambientele perché le società stesso hannoi investito così tanto nell’evitare regole democratiche che la CSR sta diventano un grande affare per certi verdi». Conclusione: «L’ambientalismo, come ogni altra cosa, rischia di essere inghiottito dal Leviatano liberista, nessuno minaccia la sua sopravvivenza tanto quanto i verdi che sono al soldo delle società»


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