Non profit
Gli altri miracoli di Padre Pio
Un ospedale unico in tutto il Meridione, ma anche ospizi per gli anziani, centri di riabilitazione, aziende agricole, laboratori di ricerca genetica.
La Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo costituisce un modello unico per l?efficienza terapeutica (è il miglior ospedale del Meridione), ma è pure un esempio unico di libera iniziativa in campo sanitario: privati cittadini, laici e religiosi, si uniscono per realizzare una grande opera al servizio dei bisogni della gente, un?opera da cui non trarranno il minimo vantaggio economico e ultimata solo grazie a contributi volontari. Un perfetto esempio di ?ospedale non profit?? Forse non è un?esagerazione, anche se quando Padre Pio lo concepì, la locuzione ?non profit? ancora non era entrata nel vocabolario economico.
Padre Pio arrivò nel Gargano nel 1916, e già nel 1921 pensava a un ospedale che alleviasse le sofferenze della gente. Nel 1925 avviò una piccola struttura, ma solo nel 1939 – conclusi i primi due periodi di persecuzione subita dalle autorità ecclesiastiche – il frate di Pietrelcina ritenne che fosse il momento di ?pensare in grande?. Riunì dunque gli amici più stretti: il dottor Guglielmo Sanguinetti, un ex massone emiliano che dopo aver conosciuto Padre Pio s?era trasferito a San Giovanni Rotondo per curare gratis gli ammalati poveri; il farmacista di Zara Carlo Kisvarday, che un giorno era partito dalla Dalmazia per andare a trovare la famosa stigmatizzata tedesca Teresa Neumann e invece, senza sapere perché, s?era diretto nel Gargano, da dove non s?era più mosso; il veterinario di Perugia Mario Sanvico, che aveva lasciato la sua fabbrica di birra per trasferirsi vicino al cappuccino. Al medico, al farmacista, al veterinario Padre Pio espose un?idea folle: costruire un grande ospedale in quel desolato paesino, lontano da ogni città e mal servito da stradacce sterrate.
Su quel che voleva Padre Pio si poteva discutere, ma non dubitare. Così il 9 gennaio 1940 gli amici laici costituirono un comitato per la fondazione di una clinica e stesero un progetto organizzativo. Scrisse Sanvico sul suo diario: «Il Padre approva con gioia l?iniziativa e benedice l?opera nascente. Pronunzia le seguenti parole: ?Da questa sera ha inizio la mia grande opera terrena. Benedico voi e tutti coloro che doneranno alla mia opera che sarà sempre più bella e più grande?. Poi Padre Pio versa nelle mani del cassiere, dottor Carlo Kisvarday, come prima offerta all?opera, un marengo d?oro da dieci franchi esclamando: ?Anch?io voglio offrire il mio obolo!?». Cinque giorni dopo Padre Pio scelse il nome: Casa Sollievo della Sofferenza.
I primi fondi su cui il frate puntava per costruire l?ospedale erano quelli derivati dagli introiti dei brevetti Zarlatti per le locomotive a nafta, che la vedova dell?inventore delle ?littorine? aveva messo a sua disposizione. Lo scoppio della guerra però bloccò tutto, e solo il 5 ottobre 1946 si poterono avviare i lavori. Padre Pio scelse, fra i progetti presentati, quello di un certo ingegner Candeloro di Pescara. Quando però questi fu convocato si scoprì che dietro quel nome si nascondeva un abruzzese di nome Angiolino Lupi: un poveraccio con la quinta elementare che per vivere aveva fatto il falegname e il decoratore, il tornitore e lo scenografo, persino il fotografo di cadaveri: quando moriva qualcuno, Lupi si precipitava dai parenti, spesso poveri e privi di foto dello scomparso. Lui bagnava gli occhi del morto con l?acqua tiepida, in modo da farglieli aprire per il tempo necessario a scattare. A Padre Pio quell?autodidatta di talento piacque e lo fece direttore dei lavori. Lupi aveva un carattere tremendo: litigava con i frati, e una volta ne legò otto a un?impalcatura. Ma fece miracoli. E quando un ingegnere vero lo denunciò per esercizio abusivo della professione, i giudici scagionarono quell?uomo che, diceva Padre Pio, «la laurea l?ha avuta da Dio, non dagli uomini».
I lavori durarono dieci anni, a singhiozzo. Padre Pio rifiutò sempre di chiedere prestiti alle banche: «Quando la Provvidenza non ha soldi, i lavori vanno interrotti», diceva. Ma le offerte arrivavano, dall?Italia e dall?estero, dai ricchi e dai poveri. Un bambino sordo inviò dieci lire. Quando l?operaio di New York Mario Gambino mandò dieci dollari, uno per ogni suo figlio, Padre Pio si commosse e costituì il Fondo Mario Gambino, una ?cassa dei poveri? con cui assistere chi non aveva mutua. Una giornalista dell?Economist, Barbara Ward, ottenne 400 milioni dall?americana Unrra, la fondazione per ricostruire l?Europa: a San Giovanni Rotondo ne arrivarono solo 250, gli altri milioni furono inghiottiti dalla burocrazia fiscale italiana.
Ma se lo Stato metteva i bastoni fra le ruote, la libera iniziativa non si faceva scoraggiare. Così il 5 maggio 1956, davanti a cardinali, ministri e medici di tutto il mondo, la Casa Sollievo fu inaugurata: aveva 250 posti letto. Papa Pio XII la lodò, «frutto di una delle più alte intuizioni, di un ideale lungamente maturato e perfezionato a contatto con i più svariati e crudeli aspetti della sofferenza morale e fisica». Sorsero però problemi giuridici: il voto di povertà impediva al frate di amministrare l?ospedale e di essere beneficiario di offerte o eredità. Il Papa allora lo dispensò, ma solo per i beni della Casa Sollievo, di cui doveva rispondere direttamente alla Santa Sede.
Di fatto, Padre Pio difese coi denti l?autonomia della sua Opera, rifiutando anche di affidare i soldi dell?ospedale al ?banchiere di Dio? Giuffrè, che irretendo i cappuccini italiani con la promessa di interessi astronomici li portò alla bancarotta. In vista della morte, poi, Padre Pio nominò la Santa Sede erede universale dei suoi beni: e infatti oggi le delibere della Fondazione ?Casa Sollievo della Sofferenza? sono sottoposte all?approvazione del segretario di Stato vaticano.
Prestigiosi medici vennero a lavorare nell??ospedale di Padre Pio?, affascinati da quella concezione umanistica radicale: ?Preghiera e scienza? era in sintesi il suo ideale. L?ospedale doveva adeguarsi alle conoscenze della medicina, restando aperto a una visione cristiana della sofferenza. Padre Pio voleva che tutti fossero uguali di fronte alla sofferenza, ma questa uguaglianza la intendeva al meglio per ogni ammalato, non al ribasso. E poi voleva la dedizione completa del personale medico e paramedico nell?assistenza degli ammalati. Ma sapeva anche essere ironico. Diceva: meglio essere un topo fra due gatti che un ammalato tra due medici…
Con le scuole infermieri e i corsi di specializzazione per medici, la Casa Sollievo è luogo dove non si viene per essere ?miracolati? bensì curati nel migliore dei modi. La durata media di degenza è di 5 giorni, contro una media nazionale di 11. E lo ICP, indice comparativo di performance, di 0,82 (media nazionale tra 0,82 e 1,22) ne fa una delle più efficienti strutture d?Italia.
Commovente è la profezia con cui Padre Pio fin dall?inizio ?vide? il futuro della Casa Sollievo: «Ora è un piccolo seme, ma presto diventerà un grande albero, una cittadina ospedaliera, un centro di studi clinici di valore internazionale». Così è stato, e oggi quell?opera che il frate chiamava «la pupilla dei miei occhi» è all?avanguardia nella ricerca sulle malattie genetiche, come provano scoperte come quelle del gene della calcolosi renale o l?identificazione (in collaborazione con Telethon e Airc) del gene responsabile dell?anemia di Fanconi. Non per nulla dal 1991 l?ospedale è un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico). La recente acquisizione dell?Istituto Mendel di Roma potrà solo incrementare questa attività di ricerca.
Casa Sollievo
Indirizzo viale Cappuccini
71013 S.Giovanni Rotondo (Foggia)
Tel. 0882/4101 Fax 0882/411705
Dipendenti 2500 (400 medici)
Reparti 32
Posti letto 1178 più 162 in day hospital
Ricoverati all?anno 70.000
Nascite all?anno 1600
Visite ambulatoriali 400.000
Interventi chirurgici 16.000
Durata media della degenza 5 giorni
LE OPERE DI PADRE PIO
I centri di riabilitazione per disabili
Non vi sono in assoluto ?sani? e ? malati? oppure ?normali? o ?anormali?, ma esseri umani variamente bisognosi l?uno dell?altro. In base a questo insegnamento di Padre Pio, nel 1971 a San Giovanni Rotondo nacque il primo Centro di riabilitazione motoria; in esso venivano curati – con chinesiterapia, logoterapia e terapie occupazionali -, venti persone affette da handicap. Che l?anno successivo si quadruplicarono, anche a seguito della completa mancanza nel territorio di strutture simili e così attrezzate. Così a Manfredonia, nel 1973, sorse il secondo centro, presto seguito da altri nei paesi della provincia di Foggia e nel Molise. Al momento attuale i centri sono 25, con circa 300 dipendenti e più di 2.500 persone assistite, affette da problemi psicomotori e di linguaggio. Si segnala, in particolare, a San Giovanni Rotondo, la creazione di un Centro di riabilitazione per non vedenti.
Per informazioni: Centro auxologico Padre Pio, viale Padre Pio, San Giovanni Rotondo. Telefono: 0882/456264.
La Casa-albergo residenza per gli anziani
La Casa Padre Pio nasce dall?idea del cappuccino di un luogo «dove gli spiriti affaticati e stanchi vengano al Signore e ne abbiano da Lui sollievo», come diceva nel 1957. E così la residenza per anziani di San Giovanni Rotondo rispetta il volere del suo fondatore, offrendo assistenza cordiale e decorosa ai suoi non più giovani ospiti, il tutto nel rispetto della libertà individuale. Infatti, situata a duecento metri dall?Ospedale e dal convento dei cappuccini, la Casa si presenta come un complesso di moderne palazzine costituite da appartamenti autonomi. I livelli di ?ospitalità? sono essenzialmente quattro: la Casa-albergo per anziani autosufficienti, con 144 posti letto; la Casa anziani per soggetti con ridotta autosufficienza, con 56 posti letto; la Casa protetta per i non autosufficienti, con 30 posti letto; un reparto di lungodegenza geriatrica, con 30 posti. Attualmente gli ospitati sono in tutto 165.
Per informazioni: Casa Padre Pio residenza per anziani, viale dei Cappuccini, San Giovanni Rotondo.Telefono 0882/413080 – 410741.
Il centro di formazione dei cappuccini
Molti ragazzi, alla fine degli anni ?50, bussavano al convento di Padre Pio per chiedere da mangiare. Il fraticello decise così che bisognava «a tutti i costi» – parole testuali – organizzare dei corsi di formazione per insegnare ai giovani della sua terra un mestiere. Così, nel 1958, venne affidata l?organizzazione di corsi di formazione all?Istituto dei cappuccini. Da allora sono stati formati più di 4 mila ragazzi, in corsi – finanziati dalla Cee, dal ministero del Lavoro e dalla Regione Puglia – per meccanici, elettricisti, idraulici, operatori turistici. Il centro di formazione fu chiuso nel 1985 per mancanza di finanziamenti pubblici; riaprì l?anno dopo, ma senza risolvere i difficili rapporti con le istituzioni. E quest?anno, a causa dei pochi fondi, è stato possibile organizzare pochi corsi (5, invece degli 8 del ?97) e molti ragazzi hanno dovuto essere respinti.
Centro di formazione professionale Itca, via Padre Luigi Amigò 1, San Giovanni Rotondo. Telefono: 0882/456327. A Lecce, sede per ragazzi con problemi giudiziari.
I giornali,la radio e Internet
Molti sono i media che si occupano di divulgare il messaggio di Padre Pio. Otto le testate giornalistiche sul frate di Pietrelcina; le due più importanti e diffuse sono sicuramente il quindicinale dell?Opera, ?Casa Sollievo della sofferenza? (circa 50 mila abbonati, fondato nel 1949), e il mensile redatto dalla Postulazione, ?La voce di Padre Pio? (circa 150 mila abbonati, fondato nel 1969). Nel 1986, inoltre, da una piccola radio parrocchiale di Campobasso, padre Francesco Colacelli ha dato vita a Radio Tau, la voce via etere di Padre Pio. Le frequenze della radio si sono rapidamente diffuse in Abruzzo, Molise e quasi tutto il territorio pugliese. L?anno scorso, in preparazione del trentesimo anniversario dalla morte del Frate del Gargano, alcune funzioni religiose trasmesse via radio sono state messe in Internet e sono tuttora consultabili sul sito ufficiale dell?Opera (www.padre-pio.com).
Per informazioni: ?Casa Sollievo della sofferenza?, tel. 0882/4563 16; ?La voce di Padre Pio?, tel. 0882/457584; Radio Tau, tel. 0882/4171.
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