Economia

Gli alberi di Piano e Abbado sperano in Coca Cola

Tramonta il progetto verde dell'architetto e del direttore. L'azienda si propone come salvagente

di Redazione

Marcia indietro del Comune di Milano sugli alberi di Claudio Abbado. Ne aveva chiesti 90 mila, il direttore della Scala come cachet per il suo ritorno sul palco della Scala, dopo 24 anni di assenza. I concerti diretti dal maestro sono già stati fissati per il 4 e il 6 giugno e i biglietti esauriti da tempo. I primi dovevano essere i 220 frassini sull’asse via Dante-piazza Cordusio. E il progetto di sistemazione degli alberi era stato affidato a Renzo Piano.

Ma ieri lo stop definitivo, secondo il Comune il progetto non sarebbe fattibile. Con la reazione dell’architetto, affidata a una lettera al Corriere della Sera: «Non ci sono più le condizioni per andare avanti». E la proposta del Comune: «Trovino loro gli sponsor, il progetto è davvero troppo oneroso, la situazione economica attuale non lo permette e non vogliamo esporci a facili critiche».

«Anche questa svolta “verde” della Moratti è l’ennesima promessa finita nel nulla», dichiara Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente, «Prima la svolta dovevano essere le piste ciclabili e l’Ecopass cittadino, poi l’Expo, poi gli alberi di Abbado e Piano: basta con i proclami, ha ragione Renzo Piano e la Moratti ricorda tanto la favola della volpe e l’uva, vorrei ma non posso, perché alla fine i soldi per l’ambiente non ci sono mai. A Milano, al contrario, gli assessori litigano tra loro invece che risolvere i problemi e piantare alberi. Non è neppure un problema di costi. Anche le piante nelle nostre case costano eppure i balconi sono pieni di fiori. Non bastano i grandi parchi periferici, vorremmo considerare normale una città con tanto verde e giardini in tutti i quartieri».

Così entra in scena la multinazionale che per voce di Alessandro Magnoni, general affairs director di Coca-Cola Hbc Italia, si propone «noi saremmo pronti a impegnarci in un progetto come quello degli alberi di Piano e Abbado», ha sottolineato Magnoni, «Noi imprese stiamo iniziando a impegnarci con serietà e forza sui temi ambientali, ma per incidere davvero bisogna avere altrettanta attenzione anche da parte delle amministrazioni pubbliche, collaborare assieme su progetti comuni».


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