Famiglia

Gli adolescenti proibiti

Come funzionano i Centri del Pronto Intervento Minori

di Redazione

I Centri di Pronto intervento Minori sono servizi del Comune di Roma in convenzione con il Consorzio Roma solidarietà, ente ausiliario della Caritas diocesana. Si tratta di tre strutture residenziali che hanno una disponibilità totale di 32 posti letto. Dal 1988 al 1999 i Cpim hanno accolto 2685 adolescenti, il 76,5% dei quali stranieri. Negli anni tra il ?91 e il ?94 i giovani immigrati provenivano soprattutto dal Marocco, ma già l?anno seguente la presenza degli albanesi raddoppiò (79 ragazzi) continuando a essere, da allora, il gruppo nazionale più numeroso presente in questi centri (nel 1998 arrivarono a essere 104). La percentuale delle fughe è del 35% e in genere avvengono entro i primi 5 giorni dall?arrivo. L?età media dei ragazzi è di 16 anni e mezzo ma sono moltissimi quelli che hanno superato i 17 anni o che sono addirittura prossimi alla maggiore età. Poche le ragazze, appena 35 su 226 ospiti nel 1999. A questi ragazzi i Cpim offrono , oltre i servizi assistenziali e sanitari, l?assistenza necessaria per la richiesta del permesso di soggiorno e degli altri documenti necessari per l?inserimento lavorativo e sociale in Italia, ma anche attività didattico-ricreative e corsi di disegno e di formazione. In questa pagina alcuni dei disegni dei ragazzi albanesi. Disegni, a loro modo significativi, se si pensa che sono stati fatti da giovani di 16-17 anni, praticamente adulti nei comportamenti, ma quasi bambini dal punto di vista formativo e psicologico. Obiettivo principale di questa struttura di prima accoglienza è quello di trovare una collocazione adeguata per ogni minore fino alla maggiore età, fatto questo reso problematico dalla scarsità di posti in case famiglia e comunità rispetto alla crescita della domanda. Tra i progetti del Cpim c?è quello di attivare un programma per i rimpatri assistiti che però trova l?ostacolo maggiore nella poca chiarezza da parte delle istituzioni locali sulle procedure e le competenze. Prima della richiesta di rimpatrio il Centro fa un?indagine sulla famiglia di origine e sulle possibilità di reinserimento in loco. Senza queste prospettive, infatti, il rientro sarebbe soltanto una bruciante sconfitta personale.


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