Volontariato

Gli adolescenti che non ti aspetti: i 40mila animatori degli oratori estivi

Saranno circa 300mila in Diocesi di Milano (la più grande d’Italia) i bambini che dal 12 giugno frequenteranno le attività proposte in circa 900 oratori. A organizzare i giochi e i laboratori, ma soprattutto a prendersi cura dei più piccoli saranno un esercito di 40mila adolescenti tra i 14 e i 17 anni

di Antonietta Nembri

A fine maggio erano circa 5mila gli adolescenti che in piazza Duomo a Milano hanno ricevuto il “mandato” come animatori dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Una piccola avanguardia dal momento che, numeri alla mano, nei circa 900 oratori estivi della diocesi ambrosiana (distribuiti nelle province di Milano, Varese, Lecco, Monza e Brianza e in altri territori lombardi) che prenderanno il via il 12 giugno saranno ben 40mila i ragazzi impegnati come volontari e ciascuno di loro riceverà un “mandato” nella propria parrocchia.


Sopra un momento dell'incontro in piazza Duomo degli animatori degli oratori estivi lo scorso fine maggio, sotto un momento di gioco nell'estate 2022

Tutti loro avranno una maglietta con il motto “NoixTe” che indica come gli animatori adolescenti si metteranno al servizio dei bambini più piccoli. Ma chi sono questi adolescenti e che cosa li spinge a passare parte della loro estate a far giocare i bambini? Ne abbiamo parlato con Chiara Vescovi, referente dell'area estate e formazione della Fondazione oratori milanesi – Fom. «Il rischio è che degli adolescenti si dicano solo le cose negative» premette Chiara Vescovi. «Tendenzialmente frequentano già gli oratori e nel corso dell’anno hanno lavorato sul servizio, ma divenire animatori durante l’estate è una tappa importante che segue la formazione. In tanti oratori fanno corsi interni».

Su cosa avete lavorato con i ragazzi, ci sono temi particolari per la formazione?

Innanzitutto il tema è stata la cura, curarsi dei giochi, ma anche delle relazioni, del creato, di chi è più fragile. Si è sottolineato come la “cura” vada oltre il mettersi al servizio. Perché dal prendersi cura deriva anche l’avere cura di quel che ti circonda dal territorio allo stesso oratorio.

Quando si parla degli adolescenti si sottolinea molto come siano usciti indeboliti dalla pandemia…

Certo, ma non vale per tutti, molti invece ne sono usciti rafforzati. Comunque quello che abbiamo vissuto durante la pandemia ha portato in tutti una fatica maggiore nell’affrontare le attività, cosa che chiedere una maggiore responsabilizzazione. Inoltre, abbiamo anche capito che avevamo bisogno di volontari. E per i ragazzi che vengono in oratorio il primo step è proprio quello di diventare animatori, tendenzialmente tra quelli che rimangono in oratorio alle superiori lo fanno tutti e la tendenza è a rifarlo fino alla maturità…

La premessa quindi per divenire animatore è essere un frequentatore dell’oratorio, non ci sono volontari esterni?

Sì qualcuno che non ha mai frequentato o che ha frequentato poco c’è, ma deve aver fatto la catechesi e poi c’è il corso e deve frequentare l’oratorio per vedere come si comporta. L’accoglienza c’è ed è anche l’occasione per rientrare in contatto con chi durante l’anno si è un po’ perso…

Gli adolescenti sono importantissimi per far giocare i bambini, instaurare un rapporto quasi alla pari con loro, ma gli oratori come spiega ancora Chiara Vescovi sono «una macchina molto ben rodata in ciascuno c’è il sacerdote, o la suora o un educatore professionale che sono i referenti degli animatori e poi ci sono i volontari, sono degli adulti che si occupano della segreteria, delle pulizie…. Sono tantissimi i volontari, come le mamme o i pensionati che fanno servizio al bar. Non dimentichiamo che in diocesi di Milano abbiamo oratori estivi con mille ragazzi dalle elementari alle medie e poi tutto il gruppo degli animatori. Gli oratori sono il luogo di cura dei più piccoli per i quali si organizzano giochi e attività e ogni anno ci sono alcuni temi forti che fanno da filo conduttore».

Un altro particolare che si sottolinea in Fom è che nessun adolescente è mandato allo sbaraglio perché l’esperienza che gli viene offerta è sempre assistita da un adulto che dà fiducia ai ragazzi e questo dar fiducia tira fuori da ciascuno le sue capacità. «Diciamo loro che sono degni di stima e nel servizio possono trovare una chiave di lettura per guardare alla loro vita: è una dinamica che può portare a risultati sorprendenti perché noi adulti diciamo loro che hanno una capacità: quella di relazionarsi con bambini che hanno pochi anni meno di loro, hanno un linguaggio comune» conclude.

Da lunedì 12 giugno dunque prenderanno il via gli oratori estivi, conosciuti anche come Grest (gruppi estate) o Cre (Centri ricreativi estivi). Saranno luoghi in cui gli adolescenti non sono “il problema”, ma i protagonisti del prendersi cura.

Tutte le immagini da Ufficio stampa Fom

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