Cultura

Gli “alcopops”, l’alcol a portata di under 18

Etichette sgargianti e sapori dolcissimi. Che fanno breccia sui gusti dei ragazzi. Dopo i controlli nei bar, ora dilagano nei supermercati...

di Daniele Biella

Bacardi Breezer. Smirnoff Ice. Campari Mixx. Gusto lime, arancia, pompelmo rosa, ananas, pesca. Colori sgargianti e slogan alla moda sulle etichette. All?interno alcolici camuffati da succo di frutta dal sapore dolcissimo.

Comunicazione di servizio: «Il marchio Bacardi è in risalto per evidenziare la sua composizione alcolica», svela a Vita Raoul Romoli Venturi, responsabile comunicazioni della casa torinese Martini&Rossi, produttrice del Breezer. Maligno chi, fermandosi all?apparenza, pensava fosse un modo di introdurre i giovanissimi all?alcol. Eppure continua a far parlare di sé il pianeta ready-to-drink, le bevande ?pronte all?uso? che al loro ingresso nel mercato hanno spopolato fra i teenager e ancora oggi attirano le critiche di chi vede in loro un facile trampolino verso un alcolismo sempre più giovane.

Negli ultimi anni, alcuni Stati europei hanno limitato la distribuzione, ma solo in Svizzera, dopo che l?imposta erariale sul prodotto è quadruplicata, le vendite sono crollate. Romoli Venturi, che con orgoglio assegna al Bacardi Breezer il premio di re dei ready-to-drink italiani con il 70% delle vendite, ammette però un «calo annuale del 27%, soprattutto nei locali, dovuto», dice, «ai nuovi gusti dei ventenni di oggi». Che sia passata la moda o no, a girare in rete tra chat e shopping online, di Breezer&co. se ne parla eccome, e tra quelli che si scambiano consigli e opinioni non mancano i giovanissimi. Nei supermercati («dove si concentrano le nostre vendite», aggiunge Romoli Venturi) si moltiplicano le promozioni.

Quali precauzioni mette in atto il produttore? «Promuoviamo azioni di educazione nelle scuole, diamo indicazioni ai barman su come e perché non servire consumatori sotto l?età consentita», risponde il responsabile della Martini& Rossi. I ragazzini però bevono sempre di più. «Contro il consumo adolescenziale la chiave di volta sta nel trinomio famiglia-scuola-educazione», si smarca Romoli Venturi.

Coscienza pulita. Dopotutto anche in Rete i brand più in voga si tutelano per bene: chiedono l?età all?utente prima di accedere al sito. Senza poterla controllare.

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