Non profit

#GivingTuesday: il 2 dicembre la giornata delle donazioni

Conto alla rovescia per la terza edizione della campagna di promozione del fundraising e del volontariato, diventata un volano per il non profit internazionale. Nata negli Stati Uniti è già arrivata in altri 9 paesi ma non ancora in Italia

di Ottavia Spaggiari

Mentre negli Stati Uniti, milioni di persone hanno passato la notte in fila davanti ai negozi, per aggiudicarsi le offerte migliori, parte il countdown per #GivingTuesday, il Martedì del Dono, la campagna creata dall’associazione ebraica newyorkese 92nd Street Y, con il supporto delle Nazioni Unite. Nata nel 2012, e ispirata al concetto ebraico di tikkun olam, letteralmente “riparare il mondo”, grazie al supporto dell’ONU,  #GivingTuesday è diventata una campagna internazionale, dedicando una giornata ad incoraggiare le persone a donare e impegnarsi in attività di volontariato.

Prevista per il prossimo 2 Dicembre, #GivingTuesday, coinvolge 10 mila non-profit, tra cui anche diverse associazioni religiose americane, di fedi diverse, come la Sikh Coalition, l’Arcidiocesi di Newark e il Muslim Giving Project, la principale organizzazione di volontariato per i musulmani negli Stati Uniti. Diffusa anche grazie a partnership con grandi imprese e organizzazioni, tra cui Facebook e la Bill & Melinda Gates Foundation, la campagna è già attiva in altri nove Paesi, oltre che negli Stati Uniti anche se non è ancora arrivata in Italia, un peccato, visto che la giornata fa da volano alle campagne di fundraising e prepara il terreno alle donazioni natalizie. Nel 2013, alla sua seconda edizione, Giving Tuesday ha contribuito a raccogliere 19 milioni di dollari, con una donazione media intorno ai 142 dollari a testa, 9 milioni in più rispetto all’anno precedente. 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.