Welfare

Giustizia: Sofri non potrà andare a Strarsburgo neppure in manette

Lo ha spiegato il presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze, Vincenzo Sapere

di Paul Ricard

Adriano Sofri non potra’ partecipera’ all’ udienza presso la Corte Europea di Strasburgo. Secondo quanto si apprende dal Dipartimento per l’ Amministrazione Penitenziaria, non e’ infatti prevista la sua presenza nella citta’ francese, non solo da libero, ma neanche da detenuto. La legislazione in vigore impedisce che un detenuto in Italia, anche se sotto scorta, possa lasciare il paese per recarsi all’ estero. Lo ha spiegato il presidente del Tribunale di sorveglianza di Firenze, Vincenzo Sapere, che non faceva comunque parte del collegio che ha respinto il ricorso avanzato da Sofri. ”Nel caso di Sofri – ha rilevato il magistrato – c’ erano probabilmente le condizioni perche’ gli venisse concesso un permesso premio che gli consentisse, senza scorta, di spostarsi in Italia. Ma non e’ consentito che un detenuto in carcere possa lasciare, anche momentaneamente, il paese. L’ unica possibilita’ di espatrio temporaneo per un cittadino detenuto in Italia sarebbe un differimento temporaneo dell’ esecuzione della pena, che dovrebbe comunque essere motivato da gravi condizioni di salute e dall’ esistenza fuori del nostro paese di qualche centro clinico specializzato in cure che in Italia non sarebbe possibile fare”. “Nessun motivo di ottusità burocratica o di sicurezza giustifica il diniego a un atto di ordinaria civiltà. Forse anche di questo dovrà tenere conto la Corte di Strasburgo”. E’ il parere del deputato della Margherita Ermete Realacci a proposito della decisione del Tribunale di sorveglianza di Firenze di negare ad Adriano Sofri il permesso di deporre alla Corte di Giustizia. “Ci auguriamo, poi – aggiunge Realacci – che l’Italia possa presto chiudere positivamente questa pagina di storia che non le fa onore”

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