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Giustizia: Si apre oggi il decimo processo a Sofri. A Strasburgo

Davanti alla Corte dei diritti umani domani mattina gli avvocati denunceranno lo stato italiano e chiederanno giustizia all'Europa.

di Redazione

Si gioca in Europa oggi ma in assenza del principale protagonista il processo ‘numero dieci’, forse l’ultimo, della travagliata vicenda Sofri. Davanti alla Corte dei diritti umani domani mattina gli avvocati dell’ex-leader di Lotta Continua, di Ovidio Bompressi e di Giorgio Pietrostefani, con lui condannati a 22 anni di carcere per l’omicidio Calabresi, denunceranno lo stato italiano e chiederanno giustizia all’Europa. Dopo l’udienza i giudici si pronunceranno prima sulla ‘ricevibilita” del ricorso, nel giro di 15-20 giorni. Poi, se la prima risposta sara’ un ‘si’, la sentenza finale di condanna o di ‘assoluzione’ dell’Italia dovrebbe arrivare fra luglio e ottobre. All’udienza di domani Sofri, che si e’ sempre proclamato innocente, non partecipera’. La giustizia italiana non l’ha autorizzato a recarsi a Strasburgo ne’ libero, con un permesso, ne’ con una scorta. Un ‘no’ che ha suscitato un mare di polemiche. Sofri, in carcere da sei anni a Pisa, avrebbe voluto esserci anche se la Corte europea aveva ritenuto la sua presenza ”non necessaria” perche’, ha spiegato il suo legale Alessandro Gamberini, non sarebbe stato interrogato. ”All’udienza sarei stato superfluo, non dovevo parlare, solo essere presente in una circostanza meramente simbolica, dunque per me suprema” ha scritto nei giorni scorsi a Il Foglio. A Strasburgo non ci sara’ domani neanche Bompressi, uscito dal carcere per gravi motivi di salute e tuttora in condizioni che non gli consentono il viaggio, ha spiegato Gamberini. E non dovrebbe esserci neppure Pietrostefani, latitante in Francia. Sara’ presente invece, a rappresentare Sofri, il fratello Gianni. Ai giudici europei gli avvocati dei tre – con Gamberini, Bruno Nascimbene e due legali francesi indicati da Pietrostefani – denunceranno il carattere ”iniquo” della procedura penale avviata contro di loro in Italia e la ”non imparzialita’ ” dei magistrati che li hanno giudicati. Due articoli della Convenzione europea dei diritti umani, secondo Sofri e i suoi compagni, sono stati violati: l’art. 6, che garantisce il diritto di ogni cittadino a un equo processo, e l’art. 5:2 sul diritto a liberta’ e sicurezza per il lungo periodo di detenzione gia’ subito. I giudici europei hanno acquisito da tempo le memorie dei legali: l’udienza di domani non dovrebbe durare piu’ di tre ore. I magistrati della quarta sezione della Corte chiederanno chiarimenti agli avvocati. L’ udienza potrebbe servire non solo a decidere in merito alla ricevibilita’ ma anche, se la procedura poi andra’ avanti, a preparare la sentenza finale sul merito. Stando a fonti della corte potrebbe non essere necessaria infatti una seconda udienza anche se il ricorso sara’ dichiarato ammissibile. Le memorie depositate a Strasburgo contengono l’elenco delle presunte violazioni, le ”enormita”’, che secondo l’avvocato Gamberini oggi fra l’altro non potrebbero piu’ accadere: ”sono cose avvenute in una fase della giustizia italiana percorsa da venti di guerra in cui vittime innocenti sono date per scontate: sono enormita’ che oggi grazie anche all’introduzione del giusto processo non potrebbero piu’ avvenire”. Nella memoria sullo ‘slalom’ fra le 9 ‘sentenze Sofri’, alternativamente assoluzione e di condanna, Gamberini cita la vicenda di Manlio Minale, che all’epoca del primo processo mentre presiedeva la Corte d’assise di Milano era gia’ stato nominato procuratore aggiunto della capitale lombarda, si trovo’ a giudicare le richieste di condanna del pm di cui stava per diventare capo. O la ‘motivazione suicida’ della sentenza del 1993 (382 pagine del giudice estensore per sostenere la colpevolezza e solo le ultime quattro per spiegare il verdetto di assoluzione), poi annullata dalla Cassazione, o ancora il silenzio durante il processo di revisione della compagna di Marino, grande e unico accusatore di Sofri e compagni, Antonia Bistolfi. Se sara’ condannata l’Italia ”dovra’ riparare”, afferma l’avvocato Gamberini. Se la giustizia europea dovesse sconfessare quella italiana, questo certo non potrebbe che rafforzare il campo dei sostenitori di un provvedimento di grazia in favore del quale si e’ pronunciato anche il premier Silvio Berlusconi.


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