Politica

Giustizia minorile: quelle sezioni specializzate che cancellano la specializzazione

I magistrati per la famiglia e le Camere minorili bocciano senza appello l'emendamento approvato in Commissione Giustizia, che cancella i Tribunali dei Minorenni e anche gli ipotizzati Tribunali per la Famiglia, in favore di sezioni specializzate. Peccato che chi ci dovrebbe lavorare non si occuperà in via esclusiva di minori e famiglia, ma farà i turni ordinari. Lasciando i minori senza garanzie

di Sara De Carli

Sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori nei tribunali ordinari, al posto dei Tribunali dei Minorenni? No, grazie. L’idea è stata approvata dalla Commissione Giustizia della Camera lo scorso 27 gennaio, nell’ambito della discussione della Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile (2953), con un emendamento che ha cambiato direzione di marcia rispetto all’iniziale proposta di istituire un Tribunale e un Ufficio specializzato autonomo di Procura, che accorpassero in sé le competenze in materia di persona, famiglia e minorenni, proposta che era invece condivisa da ampia parte dell’avvocatura specializzata. Posto che i Tribunali per i Minorenni in entrambe le proposte sembrano comunque destinate a sparire, sonora e unanime è però la bocciatura di questa nuova ipotesi.

Di «fermo dissenso» parla l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e la Famiglia, riunitasi il 20 febbraio in una assemblea straordinaria proprio per discutere di questa novità. Di «assurda determinazione» parla invece l’Unione Nazionale Camere Minorili, che accoglie la notizia con «sgomento e preoccupazione».

Quali sono le preoccupazioni? Cosa si nasconde dietro nomi che a prima vista sembrano indicare realtà poco diverse l’uno dall’altro? Il fatto è che queste “sezioni specializzate” all’interno dei tribunali ordinari e questi “gruppi specializzati” all’interno delle procure ordinarie in realtà disegnano qualcosa di totalmente opposto rispetto a ciò che sembra: di specializzato questi nuclei non avranno proprio più niente. I nuclei infatti non avranno alcuna autonomia gestionale né organizzativa e i magistrati che ci lavoreranno non avranno più una assegnazione in via esclusiva e saranno di fatto – al di là dei proclami – inevitabilmente inseriti nei turni ordinari, denunciano sia l’AIMMF sia la UNCM.

«Il significato politico dell’emendamento è di gran lunga superiore a ogni altra proposta che finora è stata formulata», ha scritto il presidente dell’AIMMF convocando l’assemblea straordinaria. «Questo progetto, che apparentemente realizza una razionalizzazione del “Sistema Giustizia” nel “rispetto della specializzazione”, contiene in sé, invece, la negazione proprio della specializzazione», ha tuonato il Procuratore della Repubblica A.M. Baldelli all’inaugurazione dell’anno giudiziario del TdM del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Il rischio concreto è che «non sarebbe più possibile garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale l’intervento tempestivo e necessario per assicurare le azioni a tutela della persona minore di età in condizioni di grave pregiudizio, ad esempio bambini abbandonati in strada; maltrattati o abusati dai genitori; vittime di tratta; neonati sottoposti a sevizie, come invece avviene attualmente», afferma la UNCM. Una mossa, insomma, che «rischia di disperdere l’esperienza della giustizia minorile italiana, patrimonio inestimabile, preso a modello anche in sede internazionale».

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