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Giustizia minorile più celere e difesa civica per l’infanzia

Nel Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza per il 2000 anche un capitolo dedicato ai piccoli immigrati per favorire la loro integrazione

di Redazione

Commissione bicamerale per l’infanzia: è stato presentato il Piano d’azione 2000-2001 che rappresenta uno strumento di programmazione e di impegno sulle politiche per le nuove generazioni. Il Piano è previsto dalla legge 451/1997, dopo il passaggio alla Commissione bicamerale per l’infanzia, verrà adottato con un provvedimento formale del Consiglio dei Ministri. I testi del Piano sono stati preparati dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, un organismo presieduto dal ministro per la solidarietà sociali Livia Turco e composto da esperti, parti sociali, rappresentanti di categorie professionali, Regioni, enti locali, associazioni di volontariato e Ministeri.
Un modo nuovo per affrontare la politica di intervento per la preadolescenza e l’adolescenza, innanzitutto cercando di andare oltre i temi rituali del disagio giovanile. Con il Piano nazionale di azione per l’infanzia e l’adolescenza 2000-2001, infatti, viene inaugurata una nuova fase di interventi pur continuando nella realizzazione dei programmi predisposti nel ’97. Il nuovo piano, infatti, focalizza l’attenzione su alcuni temi specifici. Il Piano nazionale, strumento programmatico che vincola l’azione del governo suggerendo una strategia complessiva perché si realizzino anche in Italia più compiutamente i diritti dei cittadini minori di età che sono stati sanciti dalla Convenzione internazionale di New York dell’89. Cinque i punti focali, il primo riguarda la nuova politica di interventi che parte, per esempio dal diritto a una più effettiva cittadinanza delle ragazze e dei ragazzi italiani, dalla cura della qualità delle relazioni tra generazioni diverse. Si tratta di cittadinanza e relazioni che richiedono spazi e opportunità non solo creative e ricreative, ma anche sedi di partecipazione e formazione civile. Il secondo punto riguarda le “città amiche dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze”, in pratica città più vivibili perché più sicure, pulite, dotate di servizi alle persone e in grado di garantire il diritto a una crescita che contempli il gioco e contrasti l’isolamento, la disgregazione sociale, la violenza e lo sfruttamento. Tra i punti anche il sostegno alla riforma della scuola, viene considerato importante, infatti il miglioramento della qualità dei rapporti tra informazione e nuove generazioni sia in termini di promozione di opportunità sia in termini di rispetto dei diritti. Non viene neanche tralasciata l’integrazione dei “bambini del mondo”, ovvero dei figli dei tanti stranieri presenti in Italia, senza dimenticare i tanti minori immigrati soli, ma un sostegno anche ai piccoli nei diversi paesi dove spesso vivono in condizioni disumane a causa di guerre, povertà e sfruttamento lavorativo e sessuale. Infine, ma non ultimo, vi è il punto dedicato alla riforma della giustizia minorile. Si punta a renderla più adeguata alle esigenze e ai tempi di chi cresce e anche più capace di garantire effettivamente il rispetto dei diritti. La creazione di strumenti innovativi di difesa civica dedicati all’infanzia per diffondere meglio sul territorio la cultura e la pratica dei diritti di chi è più piccolo.

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