Sostenibilità

Giustizia climatica, non c’è più tempo da perdere

«Una transizione giusta è possibile solo quando la società civile è coinvolta nel processo di trasformazione». La riflessione di Cillian Lohan, vicepresidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) responsabile della comunicazione, in occasione della Cop27 di Sharm el-Sheikh, dove il Cese è presente con una delegazione di membri

di Cillian Lohan

Dopo un altro anno di letali ondate di calore, inondazioni, siccità e tempeste, sono ormai miliardi le persone che in tutto il mondo hanno potuto constatare di persona la realtà della crisi climatica. Ancora una volta, quindi, ci troviamo a chiedere di fare di più.

Attualmente i leader mondiali sono riuniti nella località egiziana di Sharm el-Sheikh per la 27a Conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ritengo importante cogliere questa occasione per ricordare che l'obiettivo originario della convenzione del 1995 era quello di evitare "pericolose ingerenze antropiche nel sistema climatico". Tuttavia, dopo 28 anni e 26 conferenze, è evidente che questo obiettivo non è stato raggiunto. Non possiamo continuare a fare come abbiamo fatto finora. È fin troppo chiaro che così non funziona.

La grande domanda riguardo alla Cop27 è se i Paesi del mondo rafforzeranno il loro impegno in misura sufficiente da avviarci su un percorso che eviti una catastrofe climatica. Gli impegni e gli accordi in vigore non sono infatti sufficienti ad affrontare la gravità della situazione attuale. Il mio auspicio è che, con l'avanzare dei lavori della Cop27, i governi passino dalle semplici promesse alle azioni risolute necessarie per prevenire catastrofi climatiche irreversibili. I governi devono considerare i cambiamenti climatici la vera emergenza, e le risposte che danno ad essa devono rispettare e salvaguardare i diritti umani così come i diritti delle generazioni future. Ciò è di importanza cruciale per compiere qualsiasi progresso. Per questo motivo il Cese, nella sua risoluzione sulla Cop27, chiede che i Paesi sviluppati aumentino il loro contributo finanziario complessivo per il clima, accordando la stessa importanza al finanziamento della mitigazione degli effetti e a quello dell'adattamento ad essi.

"Non lasciare indietro nessuno" significa anche guardare oltre le proprie frontiere, il che assume uno speciale rilievo alla luce del fatto che quest'anno la Cop 27 in un Paese del continente africano. La Cop27 di Sharm el-Sheikh deve costituire un'opportunità per vedere e ascoltare in prima persona le comunità colpite dalla crisi climatica. Sono tuttavia emerse preoccupazioni riguardo alla consuetudine del governo egiziano di tacitare le proteste, di reprimere sistematicamente il dissenso e di sopprimere lo spazio civico. Date queste preoccupazioni, è importante esprimere la propria solidarietà a tutti gli attivisti egiziani che partecipano alla Cop e per tutti gli eventi e le manifestazioni organizzati in relazione alla Conferenza.

Non ci può essere giustizia climatica senza il coinvolgimento della società civile. Una transizione giusta è possibile solo quando la società civile è coinvolta nel processo di trasformazione. Per far sì che questo messaggio sia ascoltato in quella sede, il Cese sta inviando alla Cop27 una delegazione di sei membri (Peter Schmidt, Isabel Caño Aguilar, Sandra Parthie, Josep Puxeu Rocamora, Neža Repanšek e Lutz Ribbe), accompagnati da una delegata dei giovani, Sophia Wiegand, coordinatrice del gruppo di lavoro sull'emergenza climatica in seno all'Aegee, il Forum europeo degli studenti.

In quanto casa della società civile europea, esortiamo la Commissione europea e gli Stati membri dell'Ue a mantenere il loro ruolo guida nella governance climatica e a convincere i nostri partner globali che è necessario fare di più. Abbiamo bisogno di leadership, di ambizione, di giustizia – ma, ancor più di ogni altra cosa, abbiamo bisogno di azioni concrete. Non sprechiamo altro tempo.

*Cillian Lohan è vicepresidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) responsabile della comunicazione

Foto dell'articolo: Cillian Lohan. ©Ue

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.