Welfare

Giustizia: Ciampi rinvia alle Camere riforma ordinamento

Il presidente della Repubblica chiede una nuova deliberazione.

di Paolo Manzo

Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, secondo quanto rende noto il Quirinale, ha chiesto alle Camere – a norma dell’articolo 74, primo comma, della Costituzione – una nuova deliberazione in ordine alla legge: ”Delega al Governo per la riforma dell’ordinamento giudiziario di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, per il decentramento del ministero della Giustizia, per la modifica della disciplina concernente il Consiglio di presidenza della Corte dei conti e il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, nonché per l’emanazione di un testo unico”. Nel messaggio Ciampi parla di ”evidente contrasto con le disposizioni costituzionali”. Il presidente del Senato, Marcello Pera, ha sottolineato che ”il disegno di legge dovrà iniziare il proprio iter al Senato”, mentre ”non ho alcun commento da fare” ha detto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. ”Bisogna solo prendere atto e rispettare le decisioni del capo dello Stato”. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, invece, dopo aver affermato di non voler commentare la decisione del capo dello Stato ha cambiato idea e, ai giornalisti che gli chiedevano come ed entro quanto tempo il governo risponderà ai rilievi del Quirinale, ha replicato: ”Adesso vedremo, il ministro competente prenderà in carico la questione. Naturalmente, daremo le nostre risposte, credo, in un tempo abbastanza breve, perché non penso che siano questioni così difficili”. ”Siamo dentro una normalissima dialettica tra organi dello Stato”. Smorza i toni Carlo Giovanardi, ministro dei Rapporti con il Parlamento, dopo la notizia del rinvio alle Camere del testo di riforma dell’ordinamento giudiziario da parte del presidente Ciampi. Posizione condivisa da Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche comunitarie (”La Cdl deve serenamente valutare le osservazioni del Quirinale”), e dal vicepresidente vicario di An, Ignazio La Russa, per il quale il Parlamento ha comunque il dovere di ”guardare con attenzione” alle indicazioni del Capo dello Stato. E’ attendista invece Luigi Bobbio, di An, relatore al Senato della legge di riforma (”Aspetto di leggere il testo del messaggio”), mentre parla esplicitamente di un ”percorso in discesa” il capogruppo della Lega alla Camera Alessandro Cè: ”La riforma è stata fatta, se ci sono dei rilievi da parte del capo dello Stato provvederemo a quelle due o tre modifiche che non potranno che essere in sintonia con quanto da lui analizzato”. Positive le reazioni dell’opposizione al rinvio di Ciampi. Secondo l’esponente della Margherita Giuseppe Fanfani si tratta infatti ”del richiamo più forte che il presidente della Repubblica abbia mai fatto, assieme a quello sul pluralismo dell’informazione”, mentre per il segretario del Pdci Oliviero Diliberto “bene ha fatto Ciampi a rinviare la riforma” e per il capogruppo della Margherita in commissione Giustizia al Senato, Nando Dalla Chiesa, ”ora è ufficiale, questo governo ha sfornato un’altra legge fuorilegge”. Per quel che riguarda le reazioni dei ‘diretti interessati’, Piero Martello, vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati, auspica ”vivamente che questo rinvio venga colto dal Parlamento per procedere a un profondo esame della legge e per migliorare una riforma che al momento appare pessima”. Una sollecitazione a chiudere con le ”soluzioni pasticciate e ambigue” arriva poi dal leader dei penalisti Ettore Randazzo, che giudica arrivato ”il momento di separare davvero le carriere di pm e giudici”.


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