Welfare

Giustizia, Casrelli: “Non voglio uminiare i magistrati”

nel giorno dello sciopero nazionale proclamato dall'Anm, il ministro leghista mira ad abbassare i tono della polemica

di Redazione

Un invito al dialogo, ma senza rinunciare alle riforme alle quali la Cdl e’ impegnata dal programma presentato agli elettori. Roberto Castelli, ministro leghista della Giustizia, in due diverse interviste al ”Corriere della Sera” e al ”Messaggero”, nel giorno dello sciopero proclamato dall’Anm, torna sulla separazione delle carriere, sulla scuola di formazione dei magistrati, sulla conta di chi oggi sciopera e chi no e sui molti altri argomenti che hanno portato le toghe alla prima protesta dopo 11 anni nei confronti del governo. ”Il nostro programma – dice il ministro – prevede la separazione delle funzioni tra giudici e pm e io mi sono premurato che su questa questione non ci siano rivoluzioni in Parlamento. Sulla separazione non ci si devono aspettare sorprese”. Separazione delle funzioni e non delle carriere, dunque, come spiega Castelli: ”La linea del governo non e’ la separazione delle carriere. Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimita’ il testo che prevede la separazione delle funzioni. Ora il ddl e’ all’esame del Parlamento che ne valutera’ il merito”. Con una circolare il ministro ha chiesto ai presidenti e ai procuratori generali di Corte d’Appello di far sapere entro le 12 di oggi chi sciopera e chi no. ”Per me valgono categorie precise – dice Castelli – chi lavora, chi sciopera, chi e’ malato e chi in ferie. Il Paese ha diritto di sapere quanti sono i magistrati che si astengono dal lavoro, per decidere a che deve essere fatta la trattenuta e a chi dev’essere pagata la giornata”.


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