Welfare

Giustizia: appello dei detenuti al Papa

1600 detenuti e 16 cappellani scrivono al Papa alla vigilia del suo intervento alla Camera: "Abbia pietà di noi"

di Redazione

A 48 ore dalla storica visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio, e del suo probabile appello a favore di un atto di clemenza per carcerati, i partiti fanno di tutto per diversificarsi sul terreno dell?indulto, dell?amnistia, della sospensione pena e della liberazione anticipata. Le forze politiche si presentano in ordine sparso all?appuntamento mentre i 1600 detenuti di Rebibbia e i 16 cappellani del carcere romano preparano una giornata di preghiera e chiedono aiuto con una lettera inviata al Papa: “Santo Padre, abbia pietà di noi”. I due Poli sono spaccati al loro interno e dopo il no a sorpresa della Margherita ora rischia di saltare anche l?accordo raggiunto in commissione sulla riforma dell?articolo 79 della Costituzione (abbassamento del quorum dei due terzi per indulto e amnistia) calendarizzato da Pier Ferdinando Casini per il 18 novembre. Così ha qualche speranza di resistere al gioco dei veti incrociati solo l?”indultino” che potrebbe passare con la maggioranza semplice: si tratta di uno sconto di pena condizionato che piace, con impostazioni diverse, a Forza Italia, a Pierluigi Castagnetti e a Giuseppe Fanfani della Margherita e alla coppia Giuliano Pisapia (Rifondazione)-Salvatore Buemi (Sdi) che ha raccolto le firme in tutti i partiti, compresi il deputato di An Cola e il leghista Rodeghiero. La Cdl naviga a vista perché FI e Udc, da sole, spingono per dimostrare al Pontefice che lo “Stato sa anche essere misericordioso verso chi soffre” (sono parole di Rocco Buttiglione) mentre Lega e An non vogliono sentir parlare di clemenza: “Ascolteremo un?eventuale richiesta del Papa, ma per noi vale il principio della certezza della pena”, avverte Gianfranco Fini. Il portavoce di FI, Sandro Bondi, ha presentato una sua proposta di liberazione anticipata più favorevole al condannato che aumenta lo sconto pena automatico da tre a sei mesi all?anno. Ma c?è anche l?indulto di 3 anni di Taormina, Cicchitto e Biondi. E tra gli azzurri, si fa avanti anche Pecorella che vorrebbe ripristinare la scarcerazione su cauzione per i detenuti in attesa di giudizio. C?è poi l?apertura del sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti (Udc): “L?importante è che il provvedimento chiuda consensualmente la partita con il passato. Nel passato più lontano c?è il terrorismo mentre in quello più recente c?è la sostituzione della classe dirigente per via giudiziaria”. Anche l?Ulivo si è spaccato. I Ds, favorevoli a un indulto classico escludendo alcuni reati (mafia, terrorismo, concussione e corruzione), hanno detto no alla scorciatoia dell?”indultino” che pure era stato proposto quando l?attuale segretario Fassino era Guardasigilli. Rimane dunque da vedere quanti consensi riuscirà ad attrarre la proposta Pisapia-Buemi: sospensione condizionata della pena (massimo tre anni) per tutti i reati commessi prima del 31 dicembre del 2000.


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