Welfare

GIUSTIZIA. Alfano: le nuove carceri? Le costruiranno i privati

Annunciato anche un Consiglio dei ministri a dicembre tutto dedicato ai temi della giustizia

di Gabriella Meroni

Un Consiglio dei ministri prima di Natale riguardante un pacchetto di misure sul tema della giustizia. È quanto ha annunciato il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso della conferenza di presentazione del protocollo di intesa firmato dal ministero di via Arenula con il ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, per l’innovazione digitale nella giustizia. Il Guardasigilli ha sottolineato che come è accaduto per il pacchetto sicurezza, anche sul tema della giustizia verrà presentato il pacchetto di misure che spazierà su vari argomenti, tra cui «le carceri, il processo penale, la condizionale e la messa alla prova. Valuteremo – ha aggiunto Alfano- la coalizione come è orientata su questi argomenti. Ieri, è stata assunta una decisione politica importante, quella di procedere alla costruzione di nuove carceri come risposta al problema del sovraffollamento, anche con il coinvolgimento dei privati per la realizzazione e la costruzione delle nuove strutture penitenziarie». Quale sarà la soluzione tecnica per il piano carceri «è presto per dirlo», ha detto ancora Alfano, ma se ne saprà di più «nel Consiglio dei Ministri che si terrà prima di Natale, che sarà dedicato ai temi della giustizia».

Il tema del carcere e della possibilità che a costruirne altri siano soggetti privati è incandescente. Oggi è intervenuto anche Luigi Vitali (Pdl), componente della commissione giustizia della Camera, in modo esplicito: «Non c’è tempo da perdere», ha detto, «bisogna risolvere il problema dell’affollamento delle carceri prima che sia troppo tardi». Vitali ha anche caldeggiato la costruzione di nuove carceri da parte di pivati e l’affidamento a questi ultimi dei servizi accessori, annunciando una mozione in questo senso. «La cosa migliore sarebbe costruirne di nuove. Ma le lungaggini burocratiche e la impossibilità, almeno per ora, di reperire i fondi necessari, farebbe fallire l’iniziativa. Perché, allora, non utilizzare i privati come in America, ai quali affidare oltre che la costruzione tutti i servizi accessori lasciando alla Polizia Penitenziaria il controllo e la gestione dei detenuti? Ho detto al Ministro Alfano, che non è pregiudizialmente contrario all’idea, che presenterò una mozione in tal senso in Commissione: sarà l’occasione», ha concluso Vitali, «per discuterne senza strumentalizzazioni».

La risposta non si è fatta attendere: «Le parole pronunciate dall’onorevole Luigi Vitali, sottosegretario in pectore alla Giustizia, rappresentano una confessione sugli intenti di certa politica, che finalmente getta la maschera: si vogliono affidare le carceri, dalla costruzione in poi, ai privati. E questo è uno scandalo», afferma Roberto Greco, segretario nazionale del Col.Edu.Pen (Collettivo educatori penitenziari), rappresentativo di oltre 300 iscritti in Italia. «Non ci sono i soldi per assumere gli educatori penitenziari vincitori di concorso – aggiunge Greco – ma già ci si muove per trovare i soldi da mettere in mano ai privati. Nessuno, dal ministro in giù, si preoccupa delle condizioni di vita negli istituti di pena, ma tutti studiano soluzioni per favorire non chi vive e lavora nelle carceri, ma imprenditori privati, pronti a lucrare anche sulle carceri. A via Arenula e dintorni dovrebbero vergognarsi».


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