Politica
Giuseppe Guzzetti: rispettare e non occupare lo spazio delle comunità è il principio della democrazia
A Pieve Tesino l'annuale Lectio degasperiana. Vi proponiamo ampi stralci dell'intervento di Guzzetti sul ruolo sociale ed economico del Terzo settore e sulla sua necessità per la vita democratica del Paese
di Redazione
La diciottesima edizione della Lectio degasperiana riparte proprio là dove ci aveva lasciati: dalla volontà di rileggere alla luce dell’esperienza degasperiana alcuni dei temi più urgenti del nostro tempo, sfuggendo la tentazione di trattazioni dotte ed erudite per preferire un confronto aperto e sincero con la contemporaneitàLa Lectio 2021, intitolata “Tra Stato e Mercato, le Comunità. Ispirazioni degasperiane”, intende affrontare in maniera diretta la questione, qui proponiamo ampi stralci dell'intervento dell'avv. Giuseppe Guzzetti, già senatore, Presidente della Regione Lombardia, della Fondazione Cariplo e di ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa,
Le democrazie liberali occidentali si reggono su tre Pilatri: lo Stato, il Mercato e la Comunità. Lo Stato è la mano pubblica, il Mercato deve generare profitti per remunerare gli investitori, ma solo la comunità è in grado di coniugare in maniera efficace il privato con i bisogni sociali. Lo abbiamo visto anche in questa pandemia.
Il Terzo Pilastro è un fenomeno sociale ed economico imponente, di cui nessuna amministrazione pubblica potrebbe più fare a meno. La più recente indagine Istat/Euricse documenta la forza e l’insostituibilità del Terzo settore in Italia: 400 mila enti, 5.500.000 volontari, 1.580.000 dipendenti. Un fatturato che si stima raggiunga gli 80 miliardi di euro, circa il 5% del PIL. Per rafforzare la presenza delle comunità, il privato sociale deve continuamente innovare per tener dietro ai bisogni che cambiano.
Ma come si è costruito questo Terzo Pilastro? Lo storico e politico francese, Alexis Toqueville, andato negli Stati Uniti nel 1831-32 per studiare gli ordinamenti democratici statunitensi e la vita politica e sociale di quella grande democrazia , di ritorno in Europa, non senza sua sorpresa, evidenziò la presenza di una componente del tutto nuova, .a «comunità».
Se Toqueville scoprì la comunità in America, bisogna dire che lo spirito comunitario non mancava in Europa. Le democrazie liberali europee risposero poi alla provocazione libertaria americana con l’invenzione straordinaria del Welfare state che oggi appare più che mai centrale nella vita delle nostre comunità.
Il Terzo Pilastro non è tuttavia solo un’imponente realtà e forza economica. È una espressione forte di «fraternità», una parola che ricorre continuamente nei discorsi degasperiani. Nelle “Idee ricostruttive della Dc” del 1943, De Gasperi scrive che: «Una democrazia rappresentativa, espressione del suffragio universale è fondata sulla fraternità». In un comizio di 75 anni fa, l’11 maggio 1946 per il referendum tra Repubblica e Monarchia, De Gasperi dice: «La Repubblica libera e popolare non nasce da una statuto, nasce e matura nella coscienza di ciascuno. Se non c’è la convinzione personale, se non c’è il vostro impegno di assumere la parte nuova di responsabilità che vi tocca, se non c’è la vostra personale maturata collaborazione, ingaggiata per l’avvenire, la Repubblica non diventa».
Il Terzo Pilastro non solo aiuta a vivere meglio, ma rafforza la democrazia, contiene l’invadenza dei politici e della mano pubblica in settori che meglio possono essere affrontati e risolti dal privato sociale. I cittadini costituiscono associazioni libere e democratiche rette da statuti da loro deliberati. Il volontariato realizza il pluralismo delle istituzioni dando forza alla cultura del dono; risolve problemi per una società più equa evitando che le tensioni sociali sfocino in una conflittualità che mina la democrazia. Ciò è evidente anche sul piano internazionale dove la presenza di organizzazioni umanitarie è fondamentale. I populisti sovranisti invece non amano il provato sociale e non appena incontrano esempi di cattiva gestione o gente che se ne approfitta se la prendono con l’intero settore.
Nella nostra Costituzione, lo spirito di comunità è alla base di numerosi articoli. Dall’art. 2 che riconosce le formazioni sociali che operano nella comunità sino all’art. 118 che nel 2001 ha costituzionalizzato anche il principio di sussidiarietà.
Esiste ancora in Italia l’animus antifascista così importante per De Gasperi che scrisse in una lettera a Sergio Paronetto nel 1943: “L’antifascismo è una pregiudiziale ricostruttiva. Questo antifascismo non riguarda la tessera ma l’anima, i metodi della vita pubblica”. Per De Gasperi l’animus, il sentimento, il comune sentire antifascista è pregiudiziale alla ricostruzione democratica dell’Italia.
Quest’animus è andato affievolendosi sempre più e negli ultimi tempi è venuto avanti un animus fascista che deve preoccupare ogni cittadino sinceramente democratico; c’è un’accelerazione quotidiana di fatti, atti, pubbliche manifestazioni che confermano un nuovo accreditamento dell’animus fascista. Un membro del Governo propone di sostituire in un parco pubblico ai nomi di Falcone e Borsellino quello di Arnaldo Mussolini; un altro va oltre e propone di ridare a una piazza il nome di Adolfo Hitler. Il candidato sindaco delle destre a Milano dice di non saper distinguere tra fascisti e antifascisti. Solo per citare alcuni esempi.
In occasione del confereimento del Premio internazionale Feltrinelli all’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, il presidente Draghi ha affermato che: “Il presente segna il tuturo dell’Europa e dell’Italia così come avvenne dopo la seconda guerra mondiale con la ricostruzione”. I popoli non possoono essere ridotti a masse di assistiti: non solo il peso del debito pubblico, ma la stessa razionalità economicaci dicono che non sarà mai possibile. Per questo se il Primo Pilastro, lo Stato, trova col Terzo una strada sussidiaria di impegno economico e sociale che rispetti l’autonomia dei cittadini che si associano per soddisfare bisogni sociali e collettivi, anche il Secondo, il Mercato, potrà meglio liberarsi dalla cattiva mediazione politica e procedere spedito òungo la strada delle libertà di impresa e della sua funzione sociale.
De Gasperi credeva in una concezione politica fondata sulla autonomia di pensiero e di fede e sul legame tra le generazioni, sulla comunità. Chi taglia legami antichi semina odio, chi pretende di tagliare di netto nodi intricati li stringe sempre di più. La comunità non può certo essere il sepolcro della democrazia parlamentare, ma è uno spazio che lo Stato e il Mercato devono rispettare, non occupare.
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