Politica

Giuliano Pisapia: «Un nuovo codice penale, poi la clemenza»

Amnistia e Biagi, prove d’unione / Se dipendesse da me un'amnistia di 4 anni per i reati di non grave allarme sociale e un indulto di 2/3 anni li approverei domani mattina.

di Stefano Andrini

Giuliano Pisapia non scende in campo. Il balletto dei distinguo e il gioco delle parti successivi all?appello del cardinal Renato Martino sulla necessità di un atto di clemenza per i detenuti, non lo vedranno fra i protagonisti. E non perché non ritenga urgente un provvedimento che restituisca condizioni di vita dignitose agli oltre 62mila carcerati (a fronte di una capienza regolamentare di poco più di 41mila posti). Al contrario, «proprio perché non c?è più tempo da perdere», il coordinatore del programma dell?Unione sulla giustizia, indipendente del Prc, sostiene che «la priorità è un?altra». Vita: Ovvero? Giuliano Pisapia: Intendiamoci. Se dipendesse da me un’amnistia di 4 anni per i reati di non grave allarme sociale e un indulto di 2/3 anni li approverei domani mattina. Su questo punto concordo con Forza Italia: sarebbe un assurdo giuridico approvare solo l?indulto come vorrebbero Ds e Margherita. In questo caso infatti costringeremmo i tribunali a celebrare processi e comminare pene che poi sarebbe cancellate proprio in virtù dell?indulto. Purtroppo però altre forze politiche non la pensano così. Per farla breve: al di là delle dichiarazioni non ci sono le condizioni per procedere in questa direzione. Vita: Un altro fuoco di paglia dopo quello di gennaio? Pisapia: Spero proprio di no. Una soluzione ci sarebbe. Vita: Quale? Pisapia: Approvare entro tre mesi una legge delega sul nuovo codice penale. Vita: Non si riesce a portare a casa l?amnistia e lei propone un nuovo ordinamento penale? Pisapia: In Parlamento su questo tema giacciono due proposte, una della commissione Grosso del centrosinistra e l?altra della commissione Nordio del centrodestra, che per l?80% sono pressoché identiche. La riforma è già pronta, basta votarla. Ma per farlo occorre ricreare un clima di condivisione che oggi questo ennesimo scontro sull?amnistia non contribuisce a creare. Vita: Quali vantaggi porterebbe la soluzione che propone? Pisapia: Entrambi i testi prevedono che la sanzione penale non coincida con la detenzione. Si darebbe così maggiore spazio alle pene alternative e si modificherebbe la legislazione sulla prescrizione dei reati allungandone i tempi. Così facendo le impugnazioni meramente dilatorie non verrebbero più premiate e i condannati, percependo la pena come equa, sarebbero meno propensi a ricorrere in appello con grande vantaggio per l?intera macchina della giustizia. Vita: E la clemenza invocata da Martino? Pisapia: In questo quadro di reciproco riconoscimento, mentre un ramo del Parlamento ragiona sul nuovo codice penale, l?altra Camera potrebbe affrontare il dibattito su amnistia e indulto con la possibilità concreta di portare a casa il risultato.


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