Formazione
Giuliani. “La pistola era puntata ad altezza d’uomo”
Il padre di Carlo, Giuliano, accusa: "Il proiettile sparato contro Carlo è stato sparato ad altezza d'uomo ed il Defender è passato due volte sul corpo di mio figlio"
Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il giovane ucciso in piazza Alimonda, dopo l’ incontro di oggi del pm con i periti, ha ribadito che ”le uniche cose che si possono dire con certezza, dopo aver fatto esami e approfondimenti, sono che Carlo, al momento della morte, si trovava ad oltre tre metri dal Defender, che la pistola è stata puntata ad altezza d’uomo per entrambi i colpi, e che il Defender è passato due volte sul corpo di Carlo ancora vivo”. Giuliani ha anche aggiunto che la notizia del rimbalzo della pallottola sull’estintore, imbracciato dal figlio, è stata esclusa oggi dai periti del pm, i quali hanno parlato solo di una deviazione neppure quantificata.
Il proiettile che uccise il 21 luglio scorso durante il G8 Carlo Giuliani -hanno rivelato le indiscrezioni sulle perizie di parte che stanno cercando di ricostruire la traiettoria del colpo che venne sparato dal carabiniere Mario Placanica da una jeep dei carabinieri assaltata dai manifestanti e che uccise il giovane No Global. Non sarebbe stato quindi l’impatto con l’estintore, come era emerso nei giorni scorsi, a cambiarne il percorso, ma uno dei tanti sassi che volavano in quei giorni di duri scontri per il cielo di Genova. I periti della procura (i professori Romanelli, Benedetti, Torre e Balossino) lo avrebbero “trovato” nei filmato di piazza Alimonda, identificandolo, dopo innumerevoli visioni, in un singolo fotogramma. Un forogramma che tra l’altro sarebbe misteriosamente scomparso da uno dei sette filmati acquisiti, da un nastro che potrebbe essere stato quindi addirittura manipolato. Ma tutta l’inchiesta, che sembrava avviata verso una veloce archiviazione per Placanica per legittima difesa, sembra ora tornata comunque in alto mare. Sono stati infatti gli stessi periti a chiedere tempo: dopo avere consegnato ieri tutti i “falconi” della loro perizia hanno chiesto altri 15 giorni di tempo per analizzare nuovamente tutto il materiale raccolto.
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