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Giuliana: “Su di noi una pioggia di fuoco”

Giuliana Sgrena è libera ed è rientrata stamane in Italia. Assassinato dal fuoco americano il suo liberatore, Nicola Calipari. Lunedì i funerali di Stato, martedì si discute in Parlamento

di Paolo Manzo

Giuliana Sgrena è da stamane in Italia. E’ arrivata sorretta a braccia, nella discesa dalla scaletta dell’aereo che l’ha riportata a Ciampino. Profondamente scossa da un mese di prigionia nelle mani dei terroristi e sconvolta da un epilogo drammatico che è costato la vita al suo liberatore, Nicola Calipari, funzionario del Sismi caduto sotto il fuoco “amico” dei check point statunitensi. A 700 metri dall’aeroporto, quando oramai tutti consideravano la vicenda chiusa. E invece… ”Siamo stati colpiti da una pioggia di fuoco. Stavo parlando con Nicola poi lui si è accasciato su di me e ho scoperto che era morto”, ha detto Giuliana al suo arrivo a Ciampino. Avvolta da una coperta, l’inviata del “manifesto” è arrivata nella capitale insieme al compagno Pier Scolari e a uno dei tre agenti dei servizi segreti che l’hanno liberata. Già perché, oltre al compianto Calipari la cui salma rientrerà in serata, l’altro liberatore non ha potuto affrontare il volo ed è ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale militare statunitense di Baghdad. Ad attendere Giuliana, c’era il fratello Ivan con la moglie, i colleghi del “manifesto”, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni. La Sgrena è stata accompagnata subito all’ospedale militare del Celio dove è stata sottoposta ad una visita medica. Una scheggia del proiettile che probabilmente ha ucciso Calipari, l’ha colpita alla spalla. Sottoposta ieri in Iraq ad intervento chirurgico, Giuliana sarà probabilmente operata tra qualche giorno, valutata l’integrità dei tendini dei muscoli della spalla. Dal Celio, Giuliana Sgrena ha raccontato i momenti drammatici della sparatoria avvenuta presso un check point americano mentre la donna, tre uomini del Sismi e l’autista iracheno, si recavano in auto all’aeroporto della capitale. ”Mi ha scosso particolarmente perché pensavamo che ormai il pericolo fosse finito. Siamo stati colpiti da una pioggia di fuoco, e io stavo parlando con Nicola che mi stava raccontando quello che c’era stato nel frattempo in Italia, quando lui si è appoggiato a me, probabilmente anche per difendermi, e poi si è accasciato e ho scoperto che era morto. E il fuoco continuava… perché l’autista non riusciva neanche a spiegare che eravamo italiani. E’ stata una cosa veramente terribile”. Al Celio, dove è ricoverato anche l’agente del Sismi ferito, la giornalista è stata ascoltata dai Pm del pool antiterrorismo della Procura di Roma Franco Ionta e Pietro Saviotti e che stanno conducendo l’inchiesta su quanto accaduto. In ospedale Giuliana è stata raggiunta dalla vedova Calipari, Rosa Maria. ”Voleva sapere quali fossero state le ultime parole pronunciate da Nicola”, racconta Pier Scolari che l’ha incontrata. Quanto alle ultime fasi del sequestro, durato un mese, la Sgrena aveva saputo già domenica che sarebbe stata liberata. Lo ha precisato Pier Scolari sottolineando che ”tutto sommato è stata trattata bene”. Oltre alla gioia per il rientro di Giuliana, resta il dramma dell’epilogo e la morte di un uomo come Calipari, che colpiva tutti per la sua umanità. “Quando lavoravo in Rai, a Roma”, ricorda il nostro direttore editoriale Riccado Bonacina, “lui era alla Squadra Mobile. Era di una professionalità e disponibilità uniche”. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a quanto si apprende in ambienti del Senato, riferirà sull’accaduto martedì 8 marzo alle 16.30 in Aula a palazzo Madama, mentre il ministro degli Esteri Gianfranco Fini riferirà, sempre martedì prossimo, alla Camera.


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