Welfare

Giudici Usa bocciano il Patriotic Act

Lo rende noto il Washington Post

di Paolo Manzo

Con una clamorosa sentenza, la corte federale che ha il compito di autorizzare le operazioni di intelligence boccia la riforma varata da John Ashcroft, per dare al dipartimento di Giustizia maggiori poteri nel controllo delle operazioni di controspionaggio dell’Fbi. La sentenza della corte federale preposta al controllo del ‘Foreign Intelligence Surveillance Act” (Fisa) arriva al termine di una disputa che viene alla luce solo ora, rivela oggi il ”Washington Post”, ed è destinata a colpire al cuore il progetto di Ashcroft di permettere una maggiore cooperazione fra gli agenti anti-terrorismo e prosecutor ed agenti impegnati nelle inchieste penali. L’attorney general ha già presentato ricorso contro la misura, un gesto cui il dipartimento di Giustizia ricorre per la prima volta nei 23 anni di vita della Fisa. ”Crediamo che la corte in questo modo restringa in modo non necessario il Patriotic Act” si legge nella dichiarazione. I giudici, che hanno in effetti dato luce verde ad altre parti della riforma, si sono rifiutati di dare più ampi poteri, previsti dal ‘Patriotic Act’, al dipartimento di Giustizia appellandosi alle decine di volte, in tutto 75, che questo ha sviato la corte fornendo informazioni erronee nella richiesta di mandati di perquisizione e per le intercettazioni. Non solo. I magistrati lamentano anche il fatto che almeno in quattro occasioni gli agenti hanno diffuso senza autorizzazioni informazioni ritenute riservate. Solitamente, il dipartimento di Giustizia deve chiedere alla Fisa il permesso per comunicare ai prosecutor ogni informazione ottenuta dagli agenti del controspionaggio dell’Fbi. Ashcroft ha proposto che i prosecutor abbiano accesso periodico a queste informazioni, senza bisogno di autorizzazioni, e che possano guidare anche le inchieste di intelligence.


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