Non profit

Giovedì sciopero dei telefonini

Lo ha proclamato Intesa-consumatori per protestare contro il caro-tariffe imposto dalle compagnie telefoniche.

di Selena Delfino

In arrivo per giovedì prossimo il primo sciopero generale dei cellulari in Italia. Ad indire la protesta, dalle 12 alle 14, Intesa-consumatori che raggruppa le maggiori associazioni dei consumatori, Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, contro il caro-tariffe imposto dalle compagnie telefoniche. Uno sciopero che potrebbe costare alle compagnie telefoniche fino a 500 milioni di euro. L’iniziativa, che ricalca quanto nello stesso giorno accadrà in Libano ma per 24 ore consecutive, vuole richiamare l’attenzione sulle pesanti condizioni applicate dalle compagnie telefoniche italiane: “inutili scatti alla risposta, aumenti dei prezzi degli sms (15 centesimi di euro l’uno mentre in Francia il loro prezzo è sceso a 9 cent), servizi inutili, promozioni truffaldine, chiamate ai telefoni fissi a prezzi da capogiro, loghi e suonerie che rappresentano solo l’ultimo business della telefonia mobile”, spiega una nota unitaria.

Ma non e’ solo questo. I consumatori protestano anche contro “la vergogna del roaming internazionale”, già denunciato dall’Intesa alla Commissione Europea, con tariffe misteriose e assenza di trasparenza sui costi a carico degli utenti italiani che vanno all’estero e che vogliono utilizzare il telefonino. Anche il business della number portability è nel mirino di Intesa visto che i gestori continuano a trattenere i crediti residui di chi cambia compagnia oltre alla difficoltà di riuscire a conoscere il gestore a cui appartiene un numero da chiamare. Dalle 12 alle 14 di giovedì 15 luglio, dunque “i cittadini italiani sono invitati a spegnere il telefono cellulare: nessuna telefonata effettuata e ricevuta, nessun sms spedito, nessun mms inviato o ricevuto. Niente di niente. “Per 2 ore – spiega la nota di Intesa Consumatori- il telefonino deve magicamente sparire dalle vite degli utenti, manipolati in maniera subdola dagli operatori telefonici, attraverso servizi e tariffe innovative pensate proprio allo scopo di spingere i cittadini a utilizzare il più possibile il cellulare (come quelli che ci avvertono quando qualcuno ci ha cercato o quelli che ci invitano a richiamare qualcuno che prima aveva il telefono spento, ecc.) spendendo cifre non indifferenti”.

E conti alla mano i consumatori dimostrano come solo l’1,5-2 euro dei 4 che un cittadino spende mediamente ogni giorno con il proprio cellulare sono effettivamente spesi per secondi reali di telefonate utili. “Tutto il resto è assorbito da scatti alla risposta, arrotondamenti strani, sms non indispensabili, mms, richiamate a soggetti che avevano trovato il telefono spento o non raggiungibile, richiamate per linee che cadono…”. Una spesa che moltiplicata per tutti i giorni dell’anno e per la collettività degli utenti risulta, per i consumtaori “a dir poco stratosferica e che viene intascata dalle compagnie della telefonia mobile che per l’invio di un sms richiedono 0,15 euro, quando per loro il costo industriale di un sms ammonta ad appena 0,1 centesimi di euro”, proseguono ad una sola voce Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori. Intesaconsumatori chiederà inoltre formalmente all’Autorità per le comunicazioni di monitorare nelle due ore di sciopero il flusso di telefonate da e verso i cellulari e l’invio di Sms così da poter verificare con puntualità l’adesione degli utenti alla nuova forma di protesta.

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