Economia
Giovanna Melandri: «È ora di puntare tutto sulla impact economy»
Il 9, 10 e 11 settembre si terrà il Global Steering Group for Impact Investment. «Sarà un momento decisivo per mettere a sistema una prima riflessione organica sulle risposte alla crisi Covid da parte del mondo della finanza e degli investimenti ad impatto sociale», sottolinea la presidente Social Impact Agenda per l'Italia
Si susseguono settimane in cui la storia cambia rotta. Siamo incastrati con preoccupazione tra la memoria di un inverno drammatico, il tentativo di un’estate di ripresa e la paura di una seconda ondata autunnale. E non possiamo perdere luciditá, né confonderci sull’orizzonte e gli obiettivi da raggiungere. La crisi sociale ed economica da Coronavirus ci inchioda a un fatto non piú opinabile: le disuguaglianze stanno esplodendo e senza risposte efficaci ai nuovi bisogni sociali emergenti il rischio di instabilitá è elevatissimo. Lo ha scandito Mario Draghi nel cuore di agosto, senza mezze parole: il futuro delle giovani generazioni é a rischio. Dobbiamo uscirne dalla porta dell’innovazione e della riscrittura di un modello sociale che faccia leva su inclusione, contrasto ai cambiamenti climatici e uso generativo delle tecnologie. La finanza e gli investimenti possono tracciare una rotta nuova senza più deragliare sul binario sterile della speculazione e dello spreco. Finanza e investimenti possono disegnare il campo di una nuova stagione in cui il “debito buono” sia capace di farsi strada sul “debito cattivo” e la valanga di fondi in arrivo grazie agli accordi in sede Ue sia direzionata con forza nel produrre innovazione insieme ad impatto sociale e ambientale positivo, in coerenza con una conversione del modello di sviluppo predominante.
Bisogna, peró, scalare le marce, come abbiamo chiesto al premier Giuseppe Conte agli Stati Generali, sperimentando senza indugi gli strumenti progettuali della “impact economy “. Serve il coraggio di vincolare una buona parte dei fondi in arrivo a uno schema nuovo, in cui si sia capaci di evitare sprechi e si riescano a mordere i problemi legati al ritardo tecnologico ed educativo, alla crisi ambientale, alle nuove povertá e alla protezione sociale delle fasce piú colpite dalla crisi. Per farlo ci vuole innanzitutto una straordinaria capacità progettuale. Vanno varate batterie di progetti pubblico-privati forieri di valore sociale, educativo, ambientale che peró bisogna avere poi il coraggio di misurare con lo strumento della valutazione d’impatto. Un neo keynesianesimo puó essere la strada. In cui non scaviamo buche, ma apriamo strade, soluzioni alle necessitá reali: evitare che si moltiplichino le povertá educative tra i ragazzi, liberare nuove possibilitá per le giovani generazioni, mitigare l’isolamento delle aree interne (che hanno bisogno, ancora una volta, di un grande progetto nazionale), immaginare nuove forme di mutualismo (legato per esempio all’abitare insieme tra gli anziani) e di rigenerazione urbana.
Su come affrontare la fase “recovery” dopo la crisi Covid si preparano le giornate del summit mondiale del GSG, il Global Steering Group for Impact Investment, network internazionale della finanza ad impatto sociale. Il world summit si svolgerá 9, 10 e 11 settembre in una versione tutta virtuale, ma ad altissimo potenziale innovativo, con una piattaforma messa a punto ad hoc per facilitare la partecipazione da remoto e il networking, tanto nelle sessioni plenarie quanto nelle “breakout sessions”, ovvero tavoli di lavoro ristretti tematici. Al di lá di un format tecnologico avanzato, il summit del GSG si preannuncia come un momento decisivo per mettere a sistema una prima riflessione organica sulle risposte alla crisi Covid da parte del mondo della finanza e degli investimenti ad impatto sociale. Il presupposto è chiarissimo: la crisi economica legata alla pandemia ha peggiorato i meccanismi di redistribuzione della ricchezza, innescando nuovi conflitti. Ci sono nuovi bisogni sociali emergenti che chiedono risposte forti e immediate e investimenti ad impatto sociale mirati, capaci di assicurare una maggiore giustizia sociale e ambientale grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e alla triangolazione tra investitori, attori politici e imprese sociali puó essere la soluzione a molti dei nuovi problemi in corso. Il concetto chiave é quello di “impact recovery” e la sfida gigante ma imprescindibile é quella di persuadere i governi a investire i fondi del recovery plan in progetti capaci di generare valore sociale. Sono oltre 100 le organizzazioni che hanno aderito alla tre giorni del GSG. Non solo “impact investors”, ma ma anche imprese sociali, esponenti istituzionali, agenzie governative legate al mondo della cooperazione e dello svilippo e i 28 National Advisory Board che rappresentano 32 paesi e le istituzioni dell’Unione Europea. Non ci sottrarremo dal dare il nostro contributo propositivo, alle soglie peraltro della presidenza italiana del G20. Non possiamo affrontare l’autunno caldissimo che ci attende con armi spuntate. Il tempo dello “shock Covid” é alle nostre spalle. Serve, adesso, una reazione all’altezza della smisurata complessitá del problema. La rivoluzione impact é stata annunciata tante volte in questi anni. É tempo di passare dalla teoria alla pratica. Ne va del nostro futuro. Questa volta, davvero, non possiamo sbagliare.
Qui il programma completo del world summit GSG
*Giovanna Melandri, presidente Social Impact Agenda per l'Italia e Human Foundation Do&Think Tank per l'Innovazione Sociale
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.