Welfare
Giovanissimi a rischio per alcol, fumo, cannabis e azzardo
Nel nuovo numero del magazine online "A Scuola di Salute" i consigli degli esperti del Bambino Gesù per far fronte ai danni legati alle dipendenze di sostanze e non solo di cui sono vittime i più giovani. Dati allarmanti sul fronte del gioco: il 49% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha puntato almeno una volta all'anno
di Redazione

Alcolici, fumo, cannabis e gioco d’azzardo sono queste le dipendenze che coinvolgono giovani e giovanissimi sulle quali l’ultimo numero del magazine “A Scuola di Salute” a cura delI’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente, ha acceso i riflettori. I dati sono impressionanti: il 49% degli adolescenti tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta all’anno. Nel nostro Paese inoltre il 20% dei giovani tra i 15 e i 34 anni consuma frequentemente alcolici, il 16% fuma fino al compimento dei 24 anni e il 19% ha consumato cannabis nell’arco di un anno (fonti: Osservatorio Europeo sulle droghe, Doxa, Istat, Nomisma e Unipol). Nel magazine diretto dal professor Alberto G. Ugazio, dipendenza per dipendenza si possono trovare informazioni sui danni e soprattutto i consigli degli esperti su come fronteggiare i rischi cui si può andare incontro.

Apparentemente l’alcol assume il ruolo di facilitare in quanto in suoi effetti possono aiutare il ragazzo a superare ansie e paure, mentre in realtà un’assunzione reiterata nel tempo può originare segni evidenti di malessere psico-fisico e comportamenti pericolosi come il “binge drinking”, il consumo di sei o più bevande alcoliche in un’unica occasione, che si è diffuso negli ultimi tempi.
Indagini recenti hanno mostrato che l’uso di alcol è frequente già tra gli 11 e i 15 anni di età, nonostante in ambito medico se ne raccomandi il divieto almeno fino ai 16 anni. «Solo a partire da questa età, infatti, l’organismo sarà in grado di metabolizzarlo in modo corretto» osservano gli esperti del Bambino Gesù. «Genitori e insegnanti dovranno mettere al corrente i ragazzi sui rischi legati all’uso dell’alcol. Nei casi più gravi ci si dovrà rivolgere a uno specialista».
Anche il fumo da sigaretta potrebbe assumere un ruolo di facilitatore nell’inserimento del gruppo dei pari, una specie di rito di iniziazione. «È opportuno distinguere tra uso saltuario e dipendenza, caratterizzata da un forte desiderio di fumare e che distrae il ragazzo dai propri impegni quotidiani». Le sigarette confezionate, a mano o elettroniche, sono comunque tutte nocive. «È importante non giudicare o rimproverare il ragazzo – si legge sul magazine digitale “A Scuola di Salute” – ma ascoltare e capire se si tratta di un gesto per emulare i compagni oppure una richiesta di aiuto o di automedicamento per alleviare un disagio». In seguito «sarà opportuno cercare insieme strategie alternative che permettano di sperimentare una sensazione di benessere, avvalendosi di specialisti». Infine, «per essere ascoltati è necessario dare il buon esempio».
Secondo i dati del 2017 dell’Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, la cannabis è la sostanza stupefacente più consumata al mondo. In Europa ne fanno uso quasi 90 milioni di persone: di queste, 17 milioni di età compresa tra i 15 e i 34 anni dichiarano di averla consumata almeno una volta nell’ultimo anno. Secondo una ricerca del 2014, pubblicata sulla rivista scientifica The Lancet Psychyatry, il 17% dei consumatori adolescenti in seguito diventa dipendente. Si arriva al 50% quando viene consumata ogni giorno.
In genere la sostanza viene assunta attraverso il fumo con il coinvolgimento immediato del sistema cardio-respiratorio. Il più importante principio attivo della cannabis, il Delta 9 Tetraidrocannabinolo (THC), agisce su diverse zone del cervello e causa, tra gli altri, effetti negativi su memoria e apprendimento, nonché sui sistemi di regolazione dei movimenti.
«Genitori e insegnanti debbono essere consapevoli che l’abuso di cannabis è tra i principali fattori di rischio di malattia psichiatrica e devono sapere riconoscere alcuni segnali indicatori» spiegano i medici del Bambino Gesù. «Tra questi troviamo modificazioni del comportamento e iperemia congiuntivale (il classico arrossamento oculare). Sono inoltre chiamati a mettersi al fianco degli adolescenti e a mettere da parte toni giudicanti e atteggiamenti repressivi. È bene suggerire loro modalità più sane per rilassarsi e far passare il messaggio che per essere accettati dagli altri non sempre bisogna essere euforici o disinibiti».
Si arriva poi alle dipendenze senza sostanze come sono quelle derivanti dai giochi online che rientrano in quella più ampia da internet. «In generale sono tre i sintomi fondamentali su cui si basa ogni forma di dipendenza, compresa anche quella da gioco» dichiarano i medici dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede: «il craving, il desiderio improvviso di assumere una sostanza, l’astinenza (irrequietezza con sintomi fisici e psicologici se non si riesce a giocare) e la tolleranza, intesa come un aumento progressivo del tempo di gioco con disinteresse verso gli hobby precedenti». La perdita del senso di realtà, lo sviluppo di sintomi dissociativi e il ritiro sociale sono le prime conseguenze pericolose causate dall’assorbimento nei mondi virtuali, ma spesso è anche associata l’obesità. «Per fronteggiare la dipendenza è fondamentale non sottovalutarne l’entità e avviare interventi terapeutici specifici in strutture che forniscano servizi psicologici a sostegno del giocatore e del suo nucleo familiare».
I dati sulla dipendenza da gioco d’azzardo sono allarmanti. Secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Salute dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in Italia il 20% dei ragazzi tra i 10 e i 17 anni frequenta agenzie di scommesse e il 25% dei più piccoli (di età compresa tra i 7 e i 9 anni) usa la propria “paghetta” per lotterie e gratta e vinci. Il gioco diventa pericolo quando si perde la capacità di stabilire e rispettare un determinato limite di tempo e denaro da impiegare. «Tra i segnali indicatori da osservare troviamo l’interesse continuo per il gioco d’azzardo, disinteresse verso attività scolastiche e ricreative, frequenti assenze ingiustificate, disturbi del sonno e furti in casa. Anche in questo caso l’attenzione da parte della famiglia è fondamentale», concludono i medici del Bambino Gesù.
In apertura photo by Michael Discenza on Unsplash
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.