Lo studio

Giovani volontari, i 13 mila di Caritas e del fare che tocca l’anima

È uno dei dati emersi da Io sono l’altro, secondo report di Caritas italiana dedicato al volontariato, questa volta focalizzato sui giovani

di Alessio Nisi

Volontari

Matteo Violani di Faenza è stato insignito quest’anno Alfiere della Repubblica “per il servizio di volontariato”, si legge nella motivazione, “prestato in occasione dell’alluvione che ha colpito la sua città”. Classe 2006, Matteo è nelle prime dieci righe del secondo Rapporto Caritas sul volontariato. Il titolo e il filo rosso che lega l’analisi? Il volontariato giovanile. Più precisamente, per stare al titolo del report, Io sono l’altro.

A citarlo, come «espressione di tutti coloro che, in quel drammatico momento, non hanno ceduto allo sconforto, ma hanno reagito e offerto il loro contributo nella fase emergenziale», è don Marco Pagniello, direttore Caritas italiana. Lo fa prima dei dati, prima delle analisi.

Quella di Matteo e degli altri volontari, sono per Pagniello «un’interessante forma di partecipazione politica definita da importanti atti di cittadinanza attiva che costruiscono le fondamenta della società».

Volontari, oltre il semplice fare

Un’esperienza, quella «del volontariato in Caritas», precisa Pagniello, che va oltre il semplice fare, perché «tocca l’anima, invitando i giovani a guardare oltre sé stessi per abbracciare una visione più ampia di solidarietà e fraternità universale, a partire dai più poveri». Un agire che fa del volontariato «un’opportunità di crescita personale, ma anche un mezzo per costruire una società più giusta e solidale».

In primo piano don Marco Pagniello, direttore Caritas italiana

Conoscere più a fondo noi stessi

Già ma perché il titolo Io sono l’altro? Il perché del titolo lo spiegano i giovani del progetto “Mi sta a cuore”, Alessio Garofalo, Miriam Pintus, Antonella Pipino e Asia Re. «Ogni persona che ci sta davanti, qualunque sia il suo background di cultura e provenienza, potrà sempre rappresentare una valida occasione per conoscere ancora più a fondo noi stessi», spiegano.

L’identikit del volontario Caritas

Dallo studio emerge che sono 13.732 i giovani tra i 16 e i 34 anni che fanno volontariato in Caritas, nelle parrocchie e nei servizi diocesani. «Questa presenza», fa Pagniello, «rappresenta la gemma terminale di un universo molto ampio, che infrange il comune pregiudizio di una classe giovanile disimpegnata e indifferente ai problemi sociali». Non «si tratta», aggiunge di esperienze estemporanee, ma di realtà di impegno che spesso partono da lontano».

Promuovere e impegnarsi nel volontariato giovanile implica l’adozione di una visione di lungo respiro. Lavorare con i giovani significa anche lavorare sul futuro, formando coscienze critiche che possano poi restituire al mondo quello che hanno vissuto

Marco Pagniello – direttore Caritas italiana

Chi sono e che fanno


Il report restituisce anche una sorta di identikit dei volontari Caritas. Sono in maggioranza di sesso femminile (70,3%). Hanno un titolo di studio medio-alto (il 38,5% è laureato, il 29,2% ha un titolo di scuola media superiore). Non sono solo studenti (lavora il 46,1%, studia il 38,5%, è disoccupato il 12,3%). Secondo l’analisi, l’83,1% si dichiara cattolico, ma solo il 38,5% ha altri impegni nella dimensione ecclesiale.

Volontari non solo in Caritas

Risulta poi che il 73,8% degli intervistati si dedica al volontariato più di 5 ore alla settimana. E non solo in Caritas: il 40% infatti fa volontariato anche presso altre realtà sociali, non solamente cattoliche, pubbliche e private. Ma in che modo i giovani volontari sono entrati in contatto con la Caritas? Per più di 4 su 10 è avvenuto perché frequentavano parrocchie o associazioni cattoliche (41,5%).

Perché si impegnano

“Essere utile agli altri, alla società” è la motivazione più frequente che spinge a fare il volontariato in Caritas (76,9%). Al 55,4% dei giovani vengono affidate con il tempo nuove responsabilità all’interno dei servizi in cui operano: vuol dire che con il tempo si cresce. Certo, non mancano i problemi: quelli più frequenti sono il poco tempo a disposizione per conciliare i tanti impegni (47,7%), la difficile gestione dei casi umani (41,5%) e la scarsità delle risorse materiali a disposizione per poter offrire una risposta efficace ai problemi (40%). Nonostante le fatiche, il 98,5% dei giovani volontari è abbastanza o molto soddisfatto della propria esperienza in Caritas.

Fare di più

Messi da parte i dati, la riflessione di Pagniello si concentra anche su come fare di più e meglio. «Anche se i dati raccolti nel corso dell’indagine appaiono certamente soddisfacenti, si ha la sensazione che molto di più potrebbe essere fatto in termini di coinvolgimento e inclusione dei più giovani all’interno dell’universo Caritas e più in generale dell’impegno volontario». Per questo ha messo nero su bianco «tre punti chiave per rilanciare il cammino delle nostre comunità nel coinvolgere attivamente i più giovani, rendendoli protagonisti»: educare i giovani alla prossimità, creare nuovi linguaggi per una comunicazione efficace, il volontariato come opportunità di formazione alla vita e risposta alle domande di senso.

Più di 80mila volontari Caritas attivi

“Io sono l’altro”, come si diceva, non è il primo studio di Caritas sul volontariato. A marzo scorso era stato pubblicato il rapporto “Tutto è possibile. Il volontariato in Caritas” con, per la prima volta, i dati dei volontari Caritas attivi nelle diocesi e nelle parrocchie italiane: 84.248 persone, di cui 22.275 nei servizi e nelle opere di livello diocesano e 61.973 nella dimensione parrocchiale.

Le proposte diversificate di volontariato

All’interno del volume sono riportati anche i risultati di un’indagine, condotta in 22 diocesi assieme a Welforum/Ars, sull’Anno di Volontariato Sociale e le “Proposte diversificate di volontariato” messe in atto dalle Caritas diocesane. Nello specifico fra il 2006 e il 2023 Caritas Italiana ha sostenuto 421 progetti di volontariato giovanile, nell’ambito del Progetto nazionale “Servizio. nonviolenza, cittadinanza”. All’interno di questo percorso, sono i 181 progetti di Anno di volontariato sociale e 240 le “Proposte diversificate”. Sono state coinvolte 97 Caritas diocesane (31 nel Sud, 31 nel Centro, 38 nel Nord). 

A questi progetti possono essere aggiunti i numeri relativi al Servizio civile: dal 2001 (anno in cui fu istituito il Servizio civile universale su base volontaria), sono stati circa 14mila i volontari che hanno svolto il servizio civile in Caritas, in progetti in Italia e all’estero.

In apertura e nel testo foto di Caritas Italiana – Comunicazione

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.