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Giovani, povertà e scuola. La manovra snella di Gentiloni

Vale 20 miliardi, di cui 15,7 solo per non far scattare l'aumento dell'Iva. All'interno il dimezzamento dei contributi per chi assume giovani fino a 34 anni, la lotta alla povertà e aumenti agli statali, in particolare per presidi e professori

di Lorenzo Maria Alvaro

«Una manovra a vocazione sociale. Attenta a non aumentare le tasse. Sensibile sui temi della protezione sociale con il potenziamento dell’ape social e delle risorse per il reddito contro la povertà, in attesa che l’intervento possa diventare di carattere universale nei prossimi anni. Positivo lo sgravio sulle assunzioni per gli under 34. Chiediamo un’apertura delle politiche di agenda 4.0 alle cooperative e alle Pmi per far si che anche i “piccoli”, che danno lavoro a 13,7 milioni di persone, possano restare agganciati al treno dell’innovazione». È così che commenta le prime notizie rigurdo la legge di Bilancio appena varata dal Governo Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative.

Legge che raggiunge i 20 miliardi e che il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha definito «snella, utile per la nostra economia». E ha aggiunto: «Il nostro primo obiettivo era quello di evitare aumenti dell'Iva e l'introduzione di nuove tasse, gabelle, accise. Impegno che è stato mantenuto».

Il testo si incardina su poche grandi misure, anche perché gran parte delle risorse saranno assorbite dall'eliminazione della clausola di salvaguardia sull'Iva.

Ecco alcune delle misure più consistenti:

Sgravi per i giovani
Gli stanziamenti ammontano a 338 milioni nel 2018 per poi salire esponenzialmente. Lo sgravio dovrebbe configurarsi nel taglio del 50% dei contributi per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato, anche se si sta tentando di allargare anche agli autonomi. La fascia di età che era in discussione fino all'ultimo si è fissata sugli under 34 discussione. Lo sgravio dovrebbe arrivare invece al 100% per il Sud, confermando l'attuale normativa.

Lotta alla povertà, da Rei a famiglie bisognose
Per la coesione sociale e il finanziamento del nuovo reddito di inclusione il governo punta a mettere sul piatto 600 milioni in più nel 2018, 900 milioni nel 2019 e 1,2 miliardi nel 2020.

Torna l'Ecobonus
All'interno del governo c'è chi vorrebbe stabilizzarlo o renderlo almeno quinquennale per i condomini. Sicuramente sarà confermato anche nel 2018, con uno sconto fiscale un po' più basso (al 50% anziché al 65%) per le finestre o le caldaie a condensazione, ma allargato anche agli incapienti grazie alla possibilità di cessione del credito. Una delle ipotesi è di legare l'entità dello sconto all'obiettivo di miglioramento energetico raggiunto.

Pacchetto Imprese
I superammortamenti dovrebbero essere confermati anche se leggermente più bassi, si parla del 130%. Non verrebbe toccato invece l'iperammortamento al 250%. In arrivo anche il nuovo credito d'imposta al 50% per le spese in formazione digitale 4.0.

Contratti Statali, più soldi per presidi e prof
L'aumento da 85 euro in busta paga per i dipendenti pubblici costerebbe 1,6 miliardi. A crescere sarebbero anche gli stipendi dei presidi, che verranno gradualmente equiparati ai dirigenti pubblici, e quelli dei professori. Nel capitolo scuola, Valeria Fedeli chiede anche una serie di assunzioni per i bidelli.

Investimenti pubblici
Per gli investimenti delle amministrazioni centrali e locali sono in arrivo 300 milioni nel 2018, 1,3 miliardi nel 2019 e 1,9 miliardi nel 2020. – APE ROSA: per favorire le donne, si pensa ad uno 'sconto' sull'Ape social di 6 mesi per figlio, per un massimo di 2 anni.


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