Non profit

Giovani e qualificati. Così li recluta l’impresa sociale

Un tasso di crescita alto, un fabbisogno di profili alti (laureati ed esperti). Non solo una porta al mondo del lavoro: ritratto (inedito) dal progetto "Excelsior"

di Carmen Morrone

Giovani e con le carte in regola dal punto di vista professionale. Il lavoratore medio dell?impresa sociale ha 25 anni, è laureato e non è alla prima esperienza lavorativa. E nel 38,8% dei casi è una donna. È il ritratto dell?impresa sociale che emerge dal progetto Excelsior, indagine sulle «Previsioni occupazionali e fabbisogni professionali 2006» realizzata da Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro. È la prima volta che lo studio ha dedicato una sezione alle imprese sociali. Un?espressione che comprende enti morali, istituti religiosi, società di mutuo soccorso, fondazioni, ma il cui grosso (circa il 70%, come spiega il direttore del progetto Claudio Gagliardi) è costituito dalle cooperative sociali. Dietro i numeri, il ritratto di una realtà molto giovane e con una grande vitalità: «Il tasso di crescita delle imprese sociali», spiega Gagliardi, «è dell?1,7%. Se le previsioni saranno confermate, nel corso dell?anno le imprese sociali contano di fare 28.200 assunzioni a fronte delle quali sono previste 24.140 uscite, con un saldo positivo di 4mila nuovi posti di lavoro». Progetto Excelsior riguarda tutti i settori economici e coinvolge più di 100mila aziende. Le imprese sociali iscritte nel registro sono circa 9mila e contano 258mila addetti di cui 231mila inquadrati come dipendenti. «Le assunzioni previste per il 2006 riguardano i giovani sino ai 24 anni (4%), dai 25 ai 29 anni (17,8), dai 30 ai 34 anni (10,6). Profili alti Se l?impresa sociale cresce, aumenta anche il livello di professionalità richiesto: «Le imprese sociali sono ormai stabilmente strutturate, lo dimostra anche il fatto che i profili lavorativi richiesti prevedono una preparazione universitaria e le mansioni variano dalla dirigenza ai ruoli tecnici. Le imprese sociali hanno dichiarato di aver bisogno di più di 10mila collaboratori a progetto, di cui 2.200 professionisti di elevata specializzazione, 4.600 operatori tecnici come insegnanti di sostegno, infermieri e 2.500 di assistenti socio-sanitari domiciliari e addetti ai servizi alla persona», spiega Gagliardi. «Dall?indagine», continua il direttore del progetto, «è emerso che i giovani che le imprese sociali intendono assumere devono avere almeno un diploma di scuola superiore, ma per i ruoli dirigenziali è necessario un percorso universitario. In particolare, dei 28.200 addetti da assumere nel 2006 il 18,4% deve avere una laurea e il 24% un diploma di scuola secondaria, mentre nel 30% dei casi è ancora richiesta una formazione professionale arricchita però da corsi di aggiornamento». Formazione, quindi. Che spesso le imprese sociali gestiscono ?in proprio?: «Il 57% del nostro campione ha dichiarato di fare formazione permanente», specifica Gagliardi. Molto di più di quanto accada nelle imprese profit (19 % dei casi). Insomma, la cooperazione sociale diventa sempre più un luogo di crescita professionale e non solo una porta di accesso al mondo del lavoro. Tant?è che il 64,4% del campione richiede un?esperienza lavorativa precedente specifica e il 52,6% almeno due anni di lavoro nel settore. «Oggi la cooperativa», conclude Gagliardi, «è una sede in cui il giovane sceglie di lavorare. I profili lavorativi assecondano anche esigenze professionali importanti e quindi le imprese sociali sono divenute luoghi di crescita professionale».


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