Volontariato
“Giovani e beni comuni” premiati 28 progetti
Grazie al bando promosso da Cesvot con il sostegno di Regione Toscana - Giovanisì, 89 associazioni con 130 partner e 140mila euro di finanziamento complessivo porteranno avanti interventi di rigenerazione urbana e recupero di beni materiali e immateriali
di Redazione
Sono 28 i progetti vincitori del bando “Giovani e beni comuni”, promosso da Cesvot e finanziato da Regione Toscana – Giovanisì, in accordo con il Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale, che coinvolgendo i giovani punteranno al prendersi cura, alla rigenerazione e alla valorizzazione dei beni comuni di paesi e città. 28 progetti che godranno di un finanziamento complessivo di 140mila euro e che vedono 98 associazioni di volontariato toscane lavorare in sinergia con 130 soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo di recuperare e restituire alla collettività beni immobili dismessi, giardini e spazi abbandonati ma anche memorie, tradizioni e saperi andati perduti. Due, infatti, le condizioni poste dal bando: che i progetti sollecitassero il protagonismo giovanile e fossero presentati da un gruppo di almeno tre associazioni di volontariato in collaborazione con una rete di partner tra istituzioni, amministrazioni locali ed enti non profit (sul sito Cesvot l'elenco completo dei progetti approvati).
«La qualità e orginalità dei progetti finanziati dimostra che il binomio “giovani e beni comuni” è senz’altro vincente» dichiara Federico Gelli, presidente di Cesvot. «Grazie alla capacità di mobilitazione e coinvolgimento delle nostre associazioni, tutti i progetti propongono un importante attivismo del mondo giovanile e al contempo percorsi concreti e radicati sul territorio di recupero e valorizzazione di tanti beni comuni, sia materiali che immateriali. E non solo. La gran parte dei progetti selezionati promuovono un’interessante convergenza tra associazioni, enti pubblici e privato sociale a dimostrazione che il volontariato può rappresentare anche un volano di sviluppo locale capace di connettere le persone al territorio».
A ogni progetto è stato concesso un finanziamento di 5mila euro: Siena la provincia con più progetti approvati (6), seguono Firenze, Empoli e Livorno (4). Rigenerazione di immobili abbandonati, recupero del verde urbano e valorizzazione di beni storico-artistici i principali ambiti di intervento dei progetti finanziati. Così, per esempio, in alcune frazioni del comune di Monte San Savino un progetto andrà a recuperare vecchi immobili dismessi da destinare a “Case di Paese” dove promuovere varie iniziative di socializzazione. Altri immobili e spazi saranno recuperati nel quartiere di Saione ad Arezzo, a “La Vela” di Empoli e in località Popolano a Marradi: i volontari delle associazioni, con l’aiuto degli enti locali, si attiveranno per rigenerare aree verdi e strutture coperte, dove realizzare feste di vicinato ed iniziative di animazione che facilitino l’incontro, lo scambio e la solidarietà tra abitanti di uno stesso paese o quartiere.
Rigenerare uno spazio verde significa contribuire al rilancio della vita e della socialità di quartieri e città, come accadrà a Portoferraio, dove sarà recuperato il giardino di via Ninci oppure a Siena con la valorizzazione del Parco delle Mura. E poi a Piombino volontari e cittadini si prenderanno cura del Giardino dell’Arsenale e a Livorno sarà ripristinato il Parco di Colinaia, danneggiato dalla recente alluvione. A Canevara (Massa), invece, sarà recuperato un mulino ad acqua che permetterà di riscoprire e valorizzare le tradizioni locali legate al castagno. A Vinci, ai piedi del centro storico, un boschetto sarà recuperato e trasformato in parco cittadino, mentre a Castelfiorentino un sottopasso ferroviario, degradato e vandalizzato, diventerà, grazie alla street art, uno spazio di espressione artistica a disp osizione dei giovani della città.
Tanti anche i beni immateriali che saranno tutelati e valorizzati, come le tradizioni contadine o enogastronomiche di un territorio. Così a Massa Carrara verranno recuperati e valorizzati i saperi legati alla coltivazione dei cosiddetti “erbi” e di altri antichi ortaggi autoctoni, come la barba di prete e l’aglio massese. A Capannoli (Pisa) si promoverà la conoscenza degli stradelli di campagna e a Siena sarà restituito alla memoria collettiva un percorso di legalità e impegno civico, come è stato quello del più grande bene confiscato alla mafia nel centro-nord Italia: la tenuta agricola di Suvignano.
In apertura foto di E. Bolognesi per Cesvot
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