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Giorno quattro: siamo stati raggiunti dalla prima chiamata di soccorso

«Il Comando centrale della Guardia costiera ha chiesto di dirigerci verso un gommone in avaria con almeno cento persone a bordo. C’era il rischio di non arrivare in tempo. Ci ha preceduti una nave militare tedesca». Il viaggio di Daniele Biella a bordo della nave Aquarius dell'ong Sos Mediterranée

di Daniele Biella

Mercoledì 13 settembre 2017, giorno quattro di navigazione dell’Aquarius nella sua 27ma missione umanitaria nel mar Mediterraneo: è arrivata la prima chiamata a entrare in azione, che poi è rientrata e per fortuna le persone in pericolo in mare su un gommone in avaria sono state recuperate da un’altra nave più vicina. (Qui la puntata precedente del Diario di bordo).

È andata così: in tarda mattinata, mentre facevamo un’esercitazione di primo soccorso su come trasportare persone in gravi condizioni da un punto all’altro della nave, la Sar coordinator è intervenuta dicendoci che il Comando centrale della Guardia costiera ha chiesto di dirigerci nella zona opposta in cui eravamo, ovvero verso l’ovest della Libia, dove è stato segnalato un gommone con almeno cento persone a bordo in avaria. Siamo partiti, consapevoli della distanza, che avremmo colmato in almeno 6-7 ore di navigazione, e quindi con la forte preoccupazione di non arrivare in tempo utile prima che l’imbarcazione affondasse. Abbiamo sospeso le esercitazioni del pomeriggio è tutte le equipe, sia i rescuers di Sos Mediterranée che i medici di Msf hanno via via preparato le zona della nave per il possibile trasbordo.


Tre ore più tardi, la nuova chiamata: una nave militare tedesca è riuscita ad arrivare sullo scenario portando in salvo tutte le persone a bordo. Sospiro di sollievo generale sulla Aquarius, ma anche pronti per la successiva richiesta: arrivare comunque sul posto per essere pronti a trasbordare sulla nostra nave i migranti recuperati dalla nave tedesca. Di lì a poco, però l’ultima chiamata della giornata: la stessa nave li porterà direttamente in Europa, in Italia.

Da quel momento la situazione è tornata alla normalità e l’adrenalina è scesa. Sono stati attimi davvero intensi e il clima si è stemperato in momenti di leggerezza molto condivisi da tutta l’equipe a bordo. Il resto della giornata è stato dedicato a un’utile briefing per noi giornalisti per quanto riguarda l’assistenza a donne in gravidanza e bimbi piccoli recuperati dal mare – a bordo ci sono giochi e altro materiale utile per passare le lunghe ore di attesa successive al recupero, nonché ovviamente ogni strumento medico appropriato – mentre la sera è stata accompagnata da un momento di condivisione su come effettuare le interviste delle persone salvate senza danneggiare ulteriormente la loro condizione di vulnerabilità.

La giornata di domani si preannuncia piuttosto calda, con il mare che resterà calmo per giorni, in ogni momento potrebbe arrivare la comunicazione di un contatto con un’imbarcazione di migranti in mare.

Leggi le puntate precedenti correlarte in basso


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