Welfare
Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro: Bettoni, nel 2018 + 10% incidenti mortali
Il presidente dell'Amnil: “ci troviamo di fronte ad una situazione che, giorno dopo giorno, diventa sempre più intollerabile e indegna di un Paese civile. Occorre un salto di qualità, un deciso cambio di rotta”
di Redazione
“Non passa giorno ormai senza che le cronache riportino la notizia di uno o più lavoratori le cui vite sono state spezzate nell’adempimento del proprio lavoro: sia che si tratti dell’interno di una nave, di una fabbrica o di un cantiere, lo stillicidio quotidiano prosegue senza soluzione di continuità, creando sconcerto e dolore in tutto il Paese”, dichiara Franco Bettoni, Presidente dell’ANMIL, alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro promossa dall’ILO, in occasione della quale è stato presentato un interessante rapporto che analizza le nuove sfide sulla salute e sicurezza sul lavoro che emergono dai cambiamenti dell’organizzazione del lavoro, demografia, tecnologia e ambiente.
E per sottolineare l’importanza di questa giornata, anche l’Associazione ha dato un proprio contributo alla diffusione della cultura della prevenzione attraverso un videomessaggio del Presidente Bettoni pubblicato sul sito dell’ILO e sul portale dell’ANMIL.
“La recente morte di quattro lavoratori, avvenuta nello stesso giorno (il 24 aprile, quello precedente la Festa della Liberazione) in luoghi e contesti molto diversificati, ha suscitato forte attenzione nell’opinione pubblica ma a confermare la gravità del fenomeno ci sono le risultanze statistiche, freddi numeri, che però certificano una preoccupante recrudescenza degli incidenti lavorativi spesso letali – aggiunge Bettoni – anche se già dal 2015, sul finire della lunga crisi economica, le morti sul lavoro avevano fatto registrare una crescita del 9,8%, proseguita poi nel 2017 (+1,1%), per culminare, infine, con un incremento di ben il 10,1% nel 2018, attestandosi su quota 1.133, vale a dire 3,1 decessi ogni giorno, compresi ferie e festivi”.
Pur se ancora ufficiosi e provvisori, anche i dati relativi al primo bimestre del 2019 diffusi dall’INAIL, non sono purtroppo incoraggianti e, peraltro, non sembrano destinati ad invertire questa drammatica tendenza. Infatti, il confronto gennaio-febbraio 2019/2018, il numero di morti denunciati si attesta sostanzialmente sugli stessi alti livelli con un lieve calo da 125 a 121 unità), mentre gli infortuni in generale segnano un significativo aumento del 4,3% con oltre 4.000 infortuni in più rispetto al 1° bimestre dell’anno precedente (da circa 96.100 a 100.300).
“Duole profondamente constatare che la crescita degli infortuni risulta, peraltro, generalizzata a tutti i livelli”, precisa il Presidente dell’ANMIL – aumentano, infatti, sia gli infortuni in occasione di lavoro (+2,8%) che quelli in itinere (+5,0%) e sia quelli maschili (+3,7%) che quelli femminili (+5,5%); a livello di settori, oltre all’Industria e Servizi (+2,6%) gli infortuni sul lavoro aumentano, e in misura consistente, anche in Agricoltura (+7,4%) invertendo una tendenza al ribasso ormai storica, quanto poi a livello territoriale l’incremento infortunistico appare diffuso in tutte le ripartizioni geografiche: Nord-Ovest +4,9%, Nord-Est +5,2%, Centro +4,6%, Sud +1,0% ed Isole +4,1%.
“È del tutto evidente – afferma Franco Bettoni, Presidente ANMIL – che ci troviamo di fronte ad una situazione che, giorno dopo giorno, diventa sempre più intollerabile e indegna di un Paese civile. Occorre un salto di qualità, un deciso cambio di rotta che renda concrete ed efficaci le pur numerose dichiarazioni di intenti che rimangono spesso sulla carta. Non bastano, infatti, le varie normative ed i protocolli sulla sicurezza sottoscritti da pluralità di soggetti se poi questi non vengono applicati nella pratica”.
“Per questo chiediamo con forza al Governo che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro vengano inserite tra le priorità dell'agenda istituzionale – aggiunge il presidente dell'ANMIL – e si provveda quanto prima all’investimento di adeguate risorse per la diffusione della prevenzione, per l’informazione e la formazione dei lavoratori, cominciando dal mondo della scuola, e per il rafforzamento di personale e di ispettori che controllino il rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza del lavoro”.
“Mancano poi 3 giorni alla Festa del 1° maggio e al Presidente della Repubblica che sappiamo tenere in profonda considerazione il lavoro quale momento fondante del nostro paese nel rispetto della dignità di tutti gli uomini – aggiunge il Bettoni – rivolgiamo un appello a nome di tutte le centinaia di migliaia di vittime del lavoro, affinché i rappresentanti delle massime istituzioni in materia presenti alla cerimonia in Quirinale, siano invitati a condividere un impegno comune che veda tutti adoperarsi concretamente per un medesimo obiettivo in cui la sicurezza diventi per tutti un valore aggiunto ed un investimento oltre che un dovere”.
“Voglio ricordare, a tale proposito, che proprio in materia di sicurezza sul lavoro, delle 20.942 aziende ispezionate nel 2018 dall’I.N.L. (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ben 16.394, pari al 78,2% del totale, sono risultate irregolari con una crescita del tasso di irregolarità del 5% rispetto all’anno precedente, invece le violazioni accertate sono state 31.218, di cui la stragrande maggioranza (26.885) di natura penale e 4.333 di natura amministrativa”.
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