Cultura

Giornata mondiale del turismo:partire dagli stili di vita, parola di Papa

"A Milano capita che le guide liquidino in fretta e furia la Cena di Leonardo per dirottare i turisti fra le vetrine di via Montenapoleone".

di Emanuela Citterio

Vivere il viaggio come occasione per crescere in umanità, per contemplare il creato e, «grazie al contatto con gli altri, per approfondire il dialogo e la reciproca conoscenza». È l?invito di Giovanni Paolo II in occasione della Giornata mondiale per il turismo, che si tiene il 27 settembre. A Milano, in ottobre, prenderà il via anche l?Osservatorio sul turismo religioso-culturale, uno strumento di analisi scientifica nella direzione di un turismo sociale e sostenibile. Si tratta di un progetto della facoltà di sociologia dell?Università Bicocca in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana e la Biblioteca ambrosiana.
“A Milano capita che le guide liquidino in fretta e furia la Cena di Leonardo per dirottare i turisti fra le vetrine di via Montenapoleone” ha detto il professor Nicolò Costa, della facoltà di sociologia, durante la presentazione dell?osservatorio, «come se i turisti fossero polli da spennare e non persone assetate di bellezza e verità».
In Italia, quella del pontefice è stata una delle prime voci a levarsi in favore di un turismo più equo e responsabile. Un anno fa hanno sollevato un polverone fra i tour operator le affermazioni contenute negli Orientamenti per la pastorale del turismo, in particolare l?appello a diffidare dei villaggi in cui viene riprodotta una realtà artificiale a uso e consumo del turista, in cui si vende, compresa nel pacchetto, la cultura delle popolazioni locali. Prima dell?estate il papa è tornato più volte sull?argomento, chiedendo ai tour operator di non basare l?attività turistica sullo sfruttamento dell?ambiente e di altri popoli a scopo meramente commerciale.
In occasione del 27 settembre Giovanni Paolo II sottolinea che, «di fronte allo sfruttamento sconsiderato della creazione, originato dall?insensibilità dell?uomo, la società odierna non troverà soluzione adeguata se non rivedrà seriamente il suo stile di vita». E nel messaggio esalta viceversa il viaggio come occasione di crescita e di incontro con la natura e le persone. Secondo il pontefice, «un approccio meno aggressivo all?ambiente naturale aiuterà a scoprire e ad apprezzare meglio i beni affidati alla responsabilità di tutti e di ciascuno». E «l?attenzione e il rispetto della natura potranno favorire sentimenti di solidarietà verso uomini e donne».
L?ecoturismo viene indicato come iniziativa «certamente buona», a patto che «non si snaturi e non diventi un veicolo di sfruttamento e di discriminazione». «Qualora si promuovesse la tutela ambientale come fine a se stante» avvisa il Papa, «si correrebbe il rischio di vedere nascere forme moderne di colonialismo, che danneggerebbero i tradizionali diritti delle comunità residenti in un determinato territorio».
Un rischio che è già costato caro a popoli che vivono nelle aree più interessanti dal punto di vista naturalistico. Come i penan e i boscimani, costretti ad abbandonare le loro terre per far posto a una riserva ecoturistica.

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