Economia
Giornata mondiale del risparmio, cresce la sfiducia degli italiani verso l’Europa e l’euro
Il 31 ottobre si celebra l'evento organizzato dall'Acri, l’associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio. Come da tradizione, è stata presentata un'indagine realizzata dall'Ipsos
di Redazione
Domani, martedì 31 ottobre, sarà celebrata la 99ª Giornata mondiale del risparmio, da sempre organizzata da Acri, l’associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio Spa. L’evento, sotto l’Alto patronato del presidente della Repubblica, approfondirà il tema “Scelte consapevoli, educazione, responsabilità: la sfida del risparmio per le nuove generazioni”, sul quale interverranno il presidente dell’Acri, Francesco Profumo, il presidente di Abi, Antonio Patuelli, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti.
Come ogni anno, alla vigilia della manifestazione, l’Acri ha presentato un’indagine, realizzata in collaborazione con Ipsos, che restituisce una fotografia relativa al modo in cui gli italiani gestiscono e vivono il risparmio, alla luce del contesto Paese e della condizione socio-economica personale. Gli indicatori comuni a tutte le rilevazioni realizzate fino ad ora, a partire dal 2001 (livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, atteggiamento e propensione al risparmio e agli investimenti, comportamenti di consumo), sono integrati da domande specifiche che, di anno in anno, consentono di cogliere il punto di vista degli italiani sul tema specifico della Giornata. Il tema di quest’anno sottolinea il valore del risparmio privato in un periodo prolungato di profondi cambiamenti, incertezze e criticità, con particolare attenzione alla prospettiva delle nuove generazioni. Nell’attuale contesto si trovano ad affrontare diverse sfide: precarietà lavorativa, bassi salari, scarsa educazione finanziaria e ridotta fiducia nelle istituzioni finanziarie, elementi che possono influire sulla loro capacità di risparmiare nel lungo termine, con ricadute negative sull’economia del Paese.
Lo scorso anno si è persa la forte ventata di ottimismo del 2021 a causa del conflitto in Ucraina, del drammatico aumento del costo dell’energia e delle ricadute pesanti sui prezzi, cui si è associato un periodo di incertezza politica. Oggi il clima è diverso. Nel 2023, infatti, si osserva un ritorno a un cauto ottimismo, con una situazione percepita come meno difficile, e che permette di vivere con maggiore serenità, almeno fino a quando l’orizzonte è immediato. Complice una certa “normalizzazione/assuefazione” all’elevato livello dei prezzi, la speranza di una discesa a breve dell’inflazione, combinata alla percezione di essere in grado di fronteggiare un mondo complesso.
Come certificato dall’Istat, la fiducia per il clima economico nel nostro Paese che aveva registrato una vera e propria “caduta” nel corso dello scorso anno, è ritornato verso livelli analoghi a quelli della prima metà del 2021.
Lo studio Acri-Ipsos evidenzia un modesto miglioramento del tenore di vita delle famiglie, che torna ai livelli pre-pandemia: è il risultato di famiglie in forte difficoltà economica, in calo rispetto al 2022, e famiglie che hanno registrato una migliore tenuta del tenore di vita, in crescita rispetto allo stesso anno. Ciò si accompagna a una minore insoddisfazione: scende dal 17% al 14% la quota di chi appare seriamente in difficoltà.
Guardando al futuro, le previsioni sull’andamento dell’economia personale, locale, fino ad arrivare a quella europea e mondiale, portano gli italiani da un marcato pessimismo dello scorso anno ad un rimbalzo positivo dell’anno in corso, trainato da forti attese personali, specie nella generazione di mezzo. Solo riguardo la situazione del Paese non si osserva questo minore pessimismo, i dati rimangono in linea col 2022.
Il mercato del lavoro aiuta i singoli ad essere fiduciosi: le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono diminuite grazie al progressivo calo del tasso della disoccupazione che si osserva nel Paese. Al contempo, il tenore di vita è migliorato per il 14% (contro un 7% del 2022) e cala la quota di coloro che hanno visto peggiorare la propria condizione economica (dal 19% nel 2022 al 13% di quest’anno).
La percezione dell’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione non si arresta e continua a mantenere elevato il livello di preoccupazione della popolazione italiana circa l’impatto sul proprio bilancio familiare; circa un terzo degli italiani si dichiara molto preoccupato ma, nel frattempo ha adottato strategie di contenimento che sembrano risultare efficaci: dalla ricerca di offerte all’apertura a nuovi prodotti e all’acquisto online.
A livello finanziario, si nota una crescita della propensione verso strumenti finanziari più sicuri, a scapito dell’immobilismo e della liquidità, certamente legata sia all’inflazione, sia ai maggiori rendimenti che offrono molti intermediari e i titoli di Stato. Questo in un quadro, comunque, di incertezza verso regole e controlli, che penalizza gli strumenti più a rischio. I più giovani lamentano una bassa competenza finanziaria, una bassa autonomia gestionale e sono molto interessati ad approfondire i temi. La sfida è quindi culturale e educativa, perché ambiscono a una autonomia che raggiungono solo tardi e a fatica.
In questo scenario incerto, si indebolisce la fiducia nell’Unione europea e nell’euro, sostenuta comunque dalle nuove generazioni: i dati evidenziando una polarizzazione tra chi ha fiducia nelle azioni e nelle scelte che verranno prese e chi no (solo il 51% si fida). A intaccare la fiducia ha contribuito la politica dei tassi di interessi della Bce per contrastare l’inflazione: ha messo in difficoltà molte famiglie e imprese che si sono trovate a pagare interessi più alti su mutui, prestiti e finanziamenti.
Si indebolisce anche l’idea che l’Europa, sempre riconosciuta per la sua tutela delle libertà e dei singoli, sia efficace nel difendere gli ideali democratici e la capacità competitiva dell’Unione sui mercati internazionali, come sottolineano le crisi legate a materie prime ed energia.
Sembra allentarsi il legame percepito tra responsabilità sociale e ambientale, abilitatori della competitività aziendale e lo sviluppo economico del Paese. Rimane importante il contributo delle associazioni di categoria, dei corpi intermedi, del Terzo settore nel garantire coesione sociale e sviluppo. I singoli cittadini rimangono molto attivi, sia come volontariato, donando il proprio tempo e ancor più facendo donazioni per sostenere il Terzo settore e iniziative benefiche. Coerentemente, è sempre forte la percezione del ruolo sociale del risparmio, strumento fondamentale per garantire crescita economica, sviluppo sociale e civile del Paese.
La prospettiva di uscire dall’Unione europea continua ad essere vista come un grave errore da due terzi degli italiani: si crede infatti, che anche nel prossimo futuro andrà nella giusta direzione (58% vs 61% nel 2022), tuttavia stanno crescendo progressivamente gli scettici (il 34% pensa che andrà nella direzione sbagliata, ma nel 2022 era pari al 28%) a causa del contesto socioeconomico e delle scelte complesse che il periodo e le circostanze impongono, come la politica della Bce dei continui rialzi dei tassi di interesse.
Si conferma con particolare evidenza l’attitudine tradizionalmente positiva degli italiani verso il risparmio; si riscontra anche per le famiglie più in difficoltà economiche che si sono sforzate di aumentare il risparmio, facendo meno ricorso a prestiti o ai risparmi accumulati. Il concetto di risparmio ha un’accezione prevalentemente positiva: è associato per lo più alla tranquillità (39%), ma anche a tutela (22%), saggezza (16%) e crescita (10%); risparmiare implica anche una proiezione al futuro per un italiano su quattro. Allo stesso tempo, per un italiano su tre, il risparmio oggi, più di un anno fa, implica fare dei sacrifici (29% vs 25% nel 2022). Crescono coloro che vivono la capacità di risparmio con meno ansia e senza troppe rinunce.
Per consultare l’indagine Acri-Ipsos integrale è possibile cliccare qui.
Credits: foto d’apertura di Farah Almazouni su Unsplash
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