Famiglia

Giornata internazionale contro la violenza alle donne

Tante riflessioni e alcune iniziative dal Telefono Rosa di Torino alla cooperativa Cerchi d’Acqua, da Amensty International al telefono donna

di Antonietta Nembri

Un po? in tutta Italia nella giornata di venerdì 25 novembre e in quelle vicine ci sono iniziative dedicate alle donne. Il 25 novembre, infatti, è la giornata internazione contro la violenza alle donne. Ed è questa l?occasione per approfondire la riflessione sulla condizione femminile. Come fa, per esempio, Telefono Rosa di Torino che in occasione della giornata ha diffuso un comunicato riflessione sulle conseguenze della violenza.

?Uccide più donne la violenza subìta dal partner che non il cancro, gli incidenti stradali o le guerre: questa l?angosciante realtà presentata dal Consiglio d?Europa. La violenza familiare, in altre parole, per le donne tra i 16 e i 44 anni, in Europa, è la prima causa di morte. Anche in questo caso, evidentemente, non stiamo parlando di ciò che accade nel Paesi più poveri e marginali del mondo: ogni 4 minuti una donna viene violentata in America e nella progredita Svezia ogni 10 giorni una donna viene uccisa. I dati italiani, purtroppo, non si differenziano molto da quelli di altri Paesi: sono nella nostra memoria cronache recenti o recentissime che riportano come il genere femminile sia esposto ad una serie molto alta di ?rischi sessuati?. In fondo?, continua il documento dell?help line ?come afferma il rapporto del Consiglio di Europa, è ormai chiaro che la violenza sulle donne non si manifesta solo in un contesto già per altre ragioni definibile criminale a causa della commissione anche di altri reati da parte dell?autore, o in un ambito segnato da diversa patologia: nemmeno l?ipotesi che la violenza contro le donne sia l?effetto di degrado socioculturale ottiene ormai grandi crediti. E, come sempre accade, il dito è puntato sulla sensibilizzazione, sull?attenzione, sulle ottiche di prevenzione: materiale prezioso, specialmente per il progetto futuro. Però oggi – così come ieri – quasi sempre le vittime conoscono il loro aggressore e le violenze più gravi e reiterate avvengono proprio nel chiuso delle famiglie. L?osservazione attuale del Telefono Rosa di Torino, che da anni accoglie e sostiene vittime di violenza specialmente intrafamiliare, oggi non dà questo risultato: la violenza é analogamente diffusa in qualunque fascia di età?.

?Le scienze sociali non potranno mai dirci i numeri esatti: il sommerso è, e temiamo sarà, ancora notevole. Sappiamo anche che per molte donne il silenzio non è solo un sacrificio di sé nel rito del bilancio esistenziale, ma anche una forma di autodifesa dalla frustrazione che provoca il fatto di essere picchiata, violentata o anche solo denigrata proprio dalla persona con cui si è deciso di trascorrere perlomeno una parte significativa della propria vita. Le commemorazioni, per non essere sterili?, conclude il documento di Telefono Rosa ?devono servire a promuovere tante e costanti occasioni in cui dibattere il problema, ammettere consapevolmente il rischio, valutare i primi segnali di una possibile aggressione maschile. Perché forse gli anni passano, la coscienza femminile aumenta, ma la consapevolezza maschile di generare violenza invece no, non cresce?.

Da parte sua Amnesty International, proprio in occasione di questa giornata ha pubblicato un rapporto sul Guatemala e inviato una lettera aperta al presidente di El Salvador

Questo il rapporto sul Guatemala:
Il 12 agosto 2005 Claudina Isabel Velásquez Paíz, una studentessa di giurisprudenza di 19 anni, è uscita da casa per recarsi all?Università di Città del Guatemala. E? stata l?ultima volta che i suoi familiari l?hanno vista viva. Il suo corpo è stato rivenuto il giorno dopo: dopo averla stuprata, le avevano sparato alla testa. Claudina è l?ennesima vittima in un paese che non protegge le donne dalla violenza.
Come in altre centinaia di casi, le indagini preliminari sull?omicidio di Claudina si sono rivelate insoddisfacenti. I medici legali hanno svolto esami sul suo corpo, ma non sui vestiti, che sono stati restituiti alla famiglia. Sui principali indiziati non è stato compiuto alcun test per determinare se avessero usato una pistola, non sono stati eseguiti riscontri sui potenziali testimoni e sono stati trascurati altri importanti indizi. Da quando, nel giugno 2005, Amnesty International ha pubblicato un rapporto sugli omicidi di donne, la società civile del Guatemala ha continuato a premere sul governo affinché agisse efficacemente per contrastare questo fenomeno. C?è stata una proposta di legge del Congresso sulla creazione di un Istituto nazionale di medicina legale, che pare non sia sostenuta dal Governo.
Secondo fonti giornalistiche, tra gennaio e ottobre 2005 sono state assassinate 531 donne, una cifra che ha già superato il totale di 527 omicidi registrato nel 2004. La stessa polizia ha ammesso che la violenza sessuale contro le donne è in aumento.

?Il governo di El Salvador ha un debito permanente nei confronti delle donne e può ripagarlo solo assicurando giustizia?. E? quanto scrive Amnesty International al presidente Saca, in una lettera aperta diffusa in occasione della Giornata internazionale per l?eliminazione della violenza contro le donne.

Nella lettera, Amnesty International si dichiara preoccupata per la mancanza di volontà, da parte delle autorità, di indagare a fondo sui casi di violenza contro le donne e per il trattamento che i familiari delle vittime ricevono quando denunciano episodi del genere. Tra la fine del 2002 e la metà del 2004, almeno 20 donne e ragazze sono state violentate e brutalmente assassinate nel paese. In 12 casi, i corpi delle vittime erano stati sfigurati, smembrati o decapitati. Di due di essi rimaneva poco più dello scheletro e alcuni mostravano evidenti segni di bruciature. Solo in 3 casi su 20, i responsabili sono stati individuati e condannati. Negli altri 17, le indagini si sono rivelate inadeguate o semplicemente inesistenti. ?I metodi utilizzati in questi omicidi sono molto simili a quelli cui ricorrevano le squadre della morte negli anni ?70 per terrorizzare la popolazione. Considerata anche l?assenza di indagini, nel paese si è creato un clima di paura e di sfiducia nei confronti della giustizia?, sottolinea Amnesty International.
L?organizzazione per i diritti umani chiede al governo di El Salvador di avviare urgentemente indagini sugli omicidi di donne e ragazze e portare i responsabili di fronte alla giustizia. Amnesty International ribadisce l?importanza dell?adozione di misure concrete per impedire ulteriori omicidi.

A Milano la cooperativa sociale Cerchi d?Acqua, che dal dicembre 2000 si occupa di violenza contro le donne all?interno della famiglia ha promosso una mostra fotografica Scatti di donne che vogliono vedere. In programma dal 25 al 27 novembre allo Spazio Lattuada in via Lattuada 2 a Milano.
Le immagini in mostra sono quelle pervenute attraverso il concorso fotografico ?Cerchi cerca scatti. Scatti di donne che vogliono vedere? riservato alle donne fotografe professioniste e non, promosso dalla stessa cooperativa sociale. Si tratta, come sottolineano le organizzatrici di: ?Scatti al femminile per riflettere sul problema allarmante e sottovalutato delal violenza contro le donne e per comunicare un forte messaggio di positività: il percorso di uscita dalla violenza è possibile?.

In occasione dell?inaugurazione della mostra si svolgerà anche la premiazione delle fotografie vincitrici del concorso. (info: tel. 02.54107608)

Sempre Cerchi d?Acqua presenta Un pugno di artisti per una carezza ? 2, con Debora Villa e altri artisti. Serata teatrale di lunedì 28 novembre (ore 21 al Teatro Ciak di via Sangallo 33 a Milano) con artisti televisivi, teatrali e cabarettisti per sorridere, ridere, ma anche denunciare un fenomeno quale la violenza alle donne, tanto diffuso quanto sottovalutato.
Ingresso a offerta libera (minimo 15 euro) i proventi saranno devoluti a Cerchi d?Acqua.

Sabato 26 novembre, a Como, Telefono Donna di Como ha organizzato l?incontro Sotto tiro, Donne vittime di stalking, alla Biblioteca comnale, ore 17.

Lo stalking è un comportamento assillante. Il termine mediato dal linguaggio venatorio inglese identifica una sere di comportamenti molesti, intrusivi e persecutori che una persona compie ai danni della propria vittima. Stando alle statistiche, le donne sono tra i soggetti più esposti.
A trattare il tema: Salvatore Liberto, criminologo e ordinario di Medicina legale all?università di Modena e Reggio Emilia che coordina il gruppo di ricerca europea Modena Group on Stalking; Maria Fadda, sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Como. Modera l?avvocato Laura Tettamanti.
Info: segretaria@telefonodonnacomo.it

Donne al centro dell?attenzione anche nell?incontro organizzato dalla Casa editrice Ediesse per presentare il libro: ?Felicia e le sue sorelle?
La mafia dal secondo dopoguerra alle stragi del 92- 93: venti storie di donne contro, di Gabriella Ebano
Lunedì 28 novembre, ore 17,30 alle fondazione Giuseppe Di Vittorio, in via Gaetano Donizatti, 7/B a Roma, ne discutono:
Don Luigi Ciotti presidente di Libera; Giorgio Ghezzi presidente della Fondazione Di Vittorio; Giuseppe Lumia deputato dei Democratici di Sinistra; Marigia Maulucci segretaria confederale della Cgil; presenta e coordina Francesco La Licata giornalista del quotidiano «La Stampa»

Si tratta di venti conversazioni con madri, figlie, sorelle e mogli che, attraverso i ricordi, riportano a noi le figure di sindacalisti, magistrati, giornalisti, uomini delle forze dell?ordine, e anche di persone comuni e meno note: tutte costrette, per sempre, al silenzio per mano della mafia. Un percorso nella memoria storica siciliana volto a ricordare le tante vittime della mafia, in un momento difficile, come l?attuale, in cui da troppe parti si sente dire che parlare di mafia nuoce alla Sicilia e alla sua immagine.

L?idea del libro nasce dall?incontro determinante avuto nel maggio 2003 dall’autrice con Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato. A lei, in particolare, è dedicato il libro.
Le donne raccontano e si raccontano, andando al di là del dolore e affrontando anche temi di stringente attualità: l?impegno per la legalità e la convivenza civile, la difesa dei diritti di libertà e giustizia, in una terra, come la Sicilia, dove spesso questi temi sono tornati a essere dei tabù.
Un racconto corale, con diverse protagoniste, nel quale, come sul palcoscenico di un teatro, ognuna aggiunge un tassello alla storia di tutte, cercando; ed è un cercare che vuole colmare il vuoto di memoria che purtroppo accompagna tante di queste drammatiche vicende.

Per saperne di più

  • Amnesty International: mai più violenza sulle donne
  • Telefono Rosa, il filo che unisce le donne contro la violenza
  • Cerchi d’acqua: contro la violenza alle donne, contro la violenza in famiglia
  • Violence Against Women Online Resources, in inglese
  • Cosa fa VITA?

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