Mondo

Giornata della Terra, Cesvi in supporto dell’Amazzonia

Il 22 aprile si celebra a livello mondiale il nostro Pianeta, ogni giorno più a rischio per i disboscamenti e le pratiche irrispettose della natura. Ecco le attività dell'ong italiana per preservare la biodiversità e sostenere i contadini locali

di Daniele Biella

Martedì 22 aprile si celebra la giornata mondiale della Terra. Ma il suo cuore piange: negli ultimi dieci anni 230 milioni di ettari di alberi sono stati persi. Addirittura, nel suo luogo più simbolico, l’Amazzonia, da luglio 2012 a luglio 2013 sono andati distrutti 5.843 km quadrati di foresta, il 28 per cento in più rispetto all’anno precedente (dati Inpe, Istituto nazionale di ricerca spaziale). “Il disboscamento, il traffico illegale del legno, la caccia delle specie protette, l’estrazione dell’oro dai fiumi con il mercurio e l’allevamento sono pratiche che, oltre a minacciare il patrimonio di biodiversità, disperdono la vera ricchezza della foresta amazzonica”, dichiara l’ong Cesvi, presente in Amazziona da tempo, in particolare nelle regioni di Madre de Dios (Perù), Pando (Bolivia) e Acre (Brasile), dove si registra la maggiore concentrazione di piante tropicali e di biodiversità.

I progetti di Cesvi in Amazzonia, finanziati dall’Unione Europea e dal Comune di Milano, hanno investito sullo sviluppo comunitario per affermare i diritti dei nativi e per dare loro la conoscenza tecnica necessaria per preservare le risorse naturali. Almeno 4.282 contadini locali hanno compreso l’importanza della noce amazzonica (detta anche castagna) sia dal punto di vista nutrizionale sia per la sostenibilità ambientale e hanno imparato ad affinare le tecniche di raccolta e lavorazione della castagna, contribuendo alla salvaguardia degli ecosistemi forestali.  “Inizialmente abbiamo indagato le conoscenze sul territorio delle popolazioni native con la finalità di recuperare e diffondere le tradizioni utili a conservare l’anima dell’Amazzonia” afferma Elena Cipollini, responsabile Cesvi in Bolivia.  “Sono state coinvolte sia le comunità native che le comunità contadine, avviando una serie di attività per la salvaguardia delle risorse naturali e del suolo”.

Le iniziative hanno interessato la raccolta, la lavorazione e la commercializzazione della noce amazzonica. Un settore importante per le comunità locali (solo nella regione di Madre de Dios il 20% della popolazione, circa 20.000 persone, ricava il 67% del reddito familiare dal mercato della noce), ma allo stesso tempo vittima delle oscillazioni di prezzo del mercato della frutta secca internazionale. Quando il prezzo cala a livello globale le comunità rurali, per sopravvivere, abbandonano la produzione della castagna per dedicarsi ad attività produttive alternative (estrazione, allevamento) che hanno un impatto negativo sul suolo.

Tra le attività di progetto, Cesvi ha creato i 'comitati di gestione dei boschi' per aumentare la collaborazione tra le comunità e le autorità che amministrano le risorse naturali. Grazie a questo intervento, i coltivatori si sono organizzati in consorzi impegnandosi reciprocamente a tutelare l’ecosistema amazzonico. “L’impegno del Cesvi si sta ora orientando verso il rafforzamento del piano di gestione del bosco, insieme a un’intensa attività di coordinamento e di relazione con le istituzioni locali per garantire che i diritti delle comunità vengano tutelati”, aggiunge Cipollini. Il Comune di Milano ha anche contribuito alla realizzazione del documentario ‘Una Noce per l’Amazzonia: un viaggio tra Perù e Bolivia che ripercorre le tappe di un impegno ultraventennale per lo sviluppo delle comunità indigene e lo sfruttamento sostenibile delle risorse forestali.

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