Cultura

Giornata della Pace: il messaggio di Benetto XVI

I temi toccati da Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace pubblicato oggi dal Vaticano.

di Redazione

Ambiente, guerre, proliferazione nucleare, questi i temi toccati da Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata mondiale della pace pubblicato oggi dal Vaticano.

AMBIENTE
Nel trattare le questioni ambientali non bisogna cedere alle accelerazioni ideologiche, ma al contrario valutare con prudenza in un costante dialogo fra nazioni ed esperti le decisioni da prendere per la tutela del Creato. Su questo punto il discorso del Papa sembra richiamare alcuni aspetti del dibattito in corso a livello planetario sulle questioni ambientali. “Oggi l’umanità – si legge nel documento – teme per il futuro equilibrio ecologico. È bene che le valutazioni a questo riguardo si facciano con prudenza, nel dialogo tra esperti e saggi, senza accelerazioni ideologiche verso conclusioni affrettate e soprattutto concertando insieme un modello di sviluppo sostenibile, che garantisca il benessere di tutti nel rispetto degli equilibri ecologici”.
E ancora afferma: “Se la tutela dell’ambiente comporta dei costi, questi devono essere distribuiti con giustizia, tenendo conto delle diversità di sviluppo dei vari Paesi e della solidarietà con le future generazioni. Prudenza non significa non assumersi le proprie responsabilità e rimandare le decisioni; significa piuttosto assumere l’impegno di decidere assieme e dopo aver ponderato responsabilmente la strada da percorrere, con l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”. Troppo spesso i paesi poveri sono costretti a svendere le proprie risorse energetiche per soddisfare la fame di nuove risorse energetiche proveniente dai Paesi emergenti, un processo che a volte mette in discussione la stessa libertà politica di certe nazioni.
“Un ambito nel quale sarebbe, in particolare, necessario intensificare il dialogo tra le Nazioni – afferma Benedetto XVI nel testo – è quello della gestione delle risorse energetiche del pianeta. Una duplice urgenza, a questo riguardo, si pone ai Paesi tecnologicamente avanzati: occorre rivedere, da una parte, gli elevati standard di consumo dovuti all’attuale modello di sviluppo, e provvedere, dall’altra, ad adeguati investimenti per la differenziazione delle fonti di energia e per il miglioramento del suo utilizzo”.
“I Paesi emergenti – aggiunge il Pontefice – hanno fame di energia, ma talvolta questa fame viene saziata ai danni dei Paesi poveri i quali, per l’insufficienza delle loro infrastrutture, anche tecnologiche, sono costretti a svendere le risorse energetiche in loro possesso. A volte, la loro stessa libertà politica viene messa in discussione con forme di protettorato o comunque di condizionamento, che appaiono chiaramente umilianti”.

ARMAMENTI-NUCLEARE E GUERRE
“Il processo di non proliferazione nucleare sta segnando il passo, sento il dovere di esortare le autorità a riprendere con più ferma determinazione le trattative in vista dello smantellamento progressivo e concordato delle armi nucleari esistenti. Nel rinnovare questo appello, so di farmi eco dell’auspicio condiviso da quanti hanno a cuore il futuro dell’umanità”. Benedetto XVI è tornato, nel Messaggio per la pace di quest’anno diffuso oggi dalla Sala stampa vaticana, a denunciare il rischio di una corsa agli armamenti convenzionali e nucleari quale pericolo funesto che incombe sull’umanità.
Ancora il Papa ha dedicato parole importanti ai conflitti che infuriano nel mondo con riferimenti particolari al Medio Oriente e all’Africa. “L’umanità vive oggi, purtroppo – afferma Benedetto XVI – grandi divisioni e forti conflitti che gettano ombre cupe sul suo futuro. Vaste aree del pianeta sono coinvolte in tensioni crescenti, mentre il pericolo che si moltiplichino i Paesi detentori dell’arma nucleare suscita motivate apprensioni in ogni persona responsabile”. Quindi il Pontefice ha osservato: “Sono ancora in atto molte guerre civili nel Continente africano, sebbene in esso non pochi Paesi abbiano fatto progressi nella libertà e nella democrazia. Il Medio Oriente è tuttora teatro di conflitti e di attentati, che influenzano anche Nazioni e regioni limitrofe, rischiando di coinvolgerle nella spirale della violenza”.

AIUTI PAESI POVERI
Nel destinare gli aiuti ai Paesi poveri è necessario che questi rispondano a chiari criteri economici e non servano invece per finanziare costosi apparati burocratici. È questo uno dei passaggi salenti contenuti nel Messaggio per la pace per il 1° gennaio del 2008 pubblicato oggi dal Vaticano e dedicato alla famiglia umana. Il Pontefice si sofferma sul tema della globalizzazione economica e sul problema del divario fra Paesi ricchi e sottosviluppati.
“Anche la famiglia umana – afferma il pontefice ? oggi ulteriormente unificata dal fenomeno della globalizzazione, ha
bisogno, oltre che di un fondamento di valori condivisi, di un’economia che risponda veramente alle esigenze di un bene comune a dimensioni planetarie. Il riferimento alla famiglia naturale si rivela, anche da questo punto di vista, singolarmente suggestivo. Occorre promuovere corrette e sincere relazioni tra i singoli esseri umani e tra i popoli, che permettano a tutti di collaborare su un piano di parità e di giustizia”.
“Al tempo stesso – aggiunge Benedetto XVI – ci si deve adoperare per una saggia utilizzazione delle risorse e per un’equa distribuzione della ricchezza. In particolare, gli aiuti dati ai Paesi poveri devono rispondere a criteri di sana logica economica, evitando sprechi che risultino in definitiva funzionali soprattutto al mantenimento di costosi apparati burocratici. Occorre anche tenere in debito conto l’esigenza morale di far sì che l’organizzazione economica non risponda solo alle crude leggi del guadagno immediato, che possono risultare disumane”.

PACE
“Per avere la pace c’è bisogno di una legge comune, che aiuti la libertà ad essere veramente se stessa, anzichè cieco arbitrio, e che protegga il debole dal sopruso del più forte”. È quanto afferma il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale per la pace del 2008. “La forza – spiega il Pontefice – va sempre disciplinata dalla
legge e ciò deve avvenire anche nei rapporti fra Stati sovrani”. Ancora sulla “natura e sulla funzione della legge” il Papa osserva che “bisogna risalire alla norma morale naturale come base della norma giuridica, altrimenti questa resta in balia di fragili e provvisori consensi”. Si tratta, spiega il Pontefice, di “una legge morale comune che, al di là delle differenze culturali, permette agli esseri umani di capirsi tra loro circa gli aspetti più importanti del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto”. “L’umanità – ha detto ancora Ratzinger – non è senza legge”.

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