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Giornalismo al fronte: riflessioni dal convegno del Cesvi ad Orvieto

Articolo di Elena Catalfamo, tratto da L’Eco di Bergamo del 31 marzo 2003

di CESVI

Raccontare la guerra per educare alla pace. Sei giornalisti si confrontano sulla qualità dell?informazione in tempo di guerra e sulla responsabilità della notizia nell?educare le nuove generazioni alla pace. È accaduto nel corso del convegno dal titolo «Raccontare la guerra per educare alla pace» promosso dal Cesvi (l?organizzazione umanitaria indipendente che si occupa di cooperazione e sviluppo, nata a Bergamo nell?85), dal settimanale Vita e dal Cocis, federazione italiana delle ong laiche. Un?iniziativa svoltasi a Orvieto il 29 marzo, all?interno della manifestazione internazionale Orvieto fotografia. «Siamo passati dalla guerra raccontata attraverso i dispacci ufficiali delle forze militari in campo – ha spiegato Enrico Mentana, direttore del Tg5, in collegamento telefonico dalla redazione romana a Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita e moderatore del dibattito – alla guerra documentata dai giornalisti in tempo reale. Oggi, testimoniando il conflitto iracheno rischiamo di riversare un?infinità di informazioni sullo spettatore creando una certa ridondanza nella cronaca degli avvenimenti. Sappiamo anche – ha precisato Mentana – che questa è una guerra non condivisa dall?opinione pubblica in cui non ci sono buoni o cattivi a tutti i costi. Avverto una preoccupante assuefazione al conflitto, ai bombardamenti, ai profughi, al sacrificio di vite umane. Non possiamo abituarci alla guerra». All?invito all?equilibrio nel raccontare la guerra di Enrico Mentana si è unito anche Giulio Pecora, caporedattore centrale Esteri dell?agenzia di stampa Ansa. «Raccontare la guerra – ha spiegato il giornalista – esige estrema professionalità. È per questo che l?Ansa ha scelto di anticipare il conflitto inviando i giornalisti sul posto molto tempo prima per conoscere il territorio e le fonti di cui disporre per poi coprire meglio le notizie». Più critica Giulia Fossà, giornalista indipendente, autrice del libro «The Bush Show» che ha denunciato la spettacolarizzazione dell?informazione nella guerra in Iraq. Il convegno fa parte di un progetto più ampio promosso dal Cesvi, insieme al Cocis e cofinanziato dal ministero degli Esteri, di educazione allo sviluppo dal titolo «Memorie per l?educazione: le guerre nei Balcani». «È un?iniziativa – ha chiarito Maurizio Carrara, presidente del Cesvi – per informare e sensibilizzare alcuni segmenti dell?opinione pubblica italiana, studenti, insegnanti e giornalisti sulle conseguenze del conflitto balcanico nella società civile, il ruolo delle ong e del volontariato internazionale nel processo di pacificazione e ricostruzione, sull?importanza di educare alla memoria storica le nuove generazioni, sulle lacerazioni dell?odio interetnico e l?importanza di una crescita interculturale». Il progetto comprende anche una mostra fotografica del reporter di guerra Livio Senigalliesi, presentata proprio a Orvieto, la realizzazione di un libro fotografico sul lavoro del giornalista milanese, e il supporto di un kit multimediale, un percorso didattico a disposizione delle scuole. «Educare alla pace – ha spiegato Gianguido Palumbo, consulente sulla cooperazione decentrata del ministero degli Affari esteri, intervenuto nel pomeriggio dopo la presentazione di alcuni progetti già realizzati dal Cesvi nei Balcani – non significa educare alla non-guerra, ma alimentare nei giovani la curiosità e la conoscenza dell?altro. Questa è la vera anima della cooperazione». Gli esponenti dell?informazione tradizionale si sono confrontati con i nuovi mezzi di informazione telematica. «Le notizie corrono su nuovi canali – ha spiegato Riccardo Bagnato, di Indy Network -: le tv e le radio di strada, ma anche i blog locali di controinformazione, i siti telematici come Indymedia nati in Italia con il G8 di Genova. Canali per testimonianze di giornalisti indipendenti, ma anche rappresentanti di ong in zone di guerra, spazi per offrire documentazione a chi cerca materiale di approfondimento». «Anche la rete di informazione pacifista – ha aggiunto Carlo Gubitosa, di Peacelink – ha attivato canali per mobilitare le manifestazioni di piazza». Grande assente dell?informazione in tempo di guerra in Iraq sono le Nazioni Unite. «L?Onu è assente in questo conflitto anche nella copertura informativa – ha spiegato Andrea Angeli, del Press Office delle Nazioni Unite a Pristina -. Nella guerra dei Balcani l?Onu ha aiutato molti giornalisti a documentare il conflitto dando notizie super partes. In Iraq le notizie sono comunque vincolate alle fonti militari dei contendenti e sottoposte a censura». La tragedia dei Balcani nei clic di Livio Senigalliesi Un uomo con un piccolo secchio azzurro getta acqua sulle fiamme che inceneriscono il suo appartamento. Una bimba si appoggia silenziosa sul braccio indolenzito della mamma sdraiata in un campo profughi. Un?anziana donna accasciata sulle macerie della sua casa soffoca il pianto e si tappa le orecchie isolandosi dai boati delle granate. Memorie di una guerra, quella nei Balcani, consegnate alla storia da Livio Senigalliesi, reporter in prima linea da oltre dieci anni per le maggiori testate nazionali e internazionali, e raccolte in un libro «Balcani: la guerra in Europa. Memorie per l?educazione alla pace» , edito da Cesvi Educational. Centosessanta scatti che raccolgono volti e storie da Mostar, Sarajevo, Srebrenica e Pristina. Raccontano la lacerazione di un conflitto e rimandano ad altri volti e storie che si rincorrono nelle immagini di questi giorni da Bassora e Bagdad. Stesse vicende umane e scenari differenti per educare le generazioni future alla pace. Il libro fotografico di Livio Senigalliesi, nato a Monza nel ?56, testimone della caduta del Muro di Berlino e della guerra del Golfo oltre che profondo conoscitore dei Balcani, è stato presentato a Orvieto fotografia, manifestazione internazionale giunta alla sua quinta edizione durante il convegno «Raccontare la guerra per educare alla pace», promosso dal Cesvi, dal settimanale Vita e dal Cocis con il patrocinio del comune di Orvieto. Il volume di fotografie scattate nei Paesi dell?ex Jugoslavia raccoglie anche i commenti di Laura Boldrini, Gianni Bugno, Elisabetta Burba, Maurizio Carrara, Nicole Janigro, Predrag Matvejevic, Massimo Nava, Guido Rampoldi, Ennio Remondino, Paolo Rumiz e Andrea Valesini, inviato de L?Eco di Bergamo. «Orvieto fotografia» ha ospitato anche una selezione di 25 scatti di Livio Senigalliesi sui Balcani in una delle nove mostre personali di fotografi di tutto il mondo allestite nella città umbra. Senigalliesi sarà a Bergamo il primo maggio per presentare il volume e la mostra, realizzata sempre in collaborazione con il Cesvi, alla Fiera del Libro sul Sentierone alle 18. In serata alle 21, all?auditorium di piazza della Libertà, verrà presentato invece lo spettacolo teatrale «Oltre il muro» messo in scena dalla compagnia Scarlattine Teatro realizzato con il contributo di immagini del fotografo milanese. Elena Catalfamo, tratto da L?Eco di Bergamo del 31 marzo 2003


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