Mondo

Giornale di Allawi: i giornalisti rapiti? E’ colpa di Chirac

Durissimo attacco di "Baghdad" (giornale del premier Allawi) al presidente francese sulla questione dei due giornalisti tenuti in ostaggio dall'Esercito islamico dell'Iraq

di Paolo Manzo

Duro attacco del giornale ”Baghdad”, vicino al premier iracheno Iyyad Allawi, al presidente francese Jacques Chirac sulla questione dei due giornalisti tenuti in ostaggio dall’Esercito islamico dell’Iraq. Secondo il quotidiano, il rapimento di Christian Chesnot e Georges Malbrunot e’ la conseguenza del ”suo rifiuto a partecipare al ripristino della sicurezza” in Iraq. In un editoriale dal titolo ”Chirac non hai ascoltato le nostre denunce”, ”Baghdad” afferma che il sequestro dei due reporter ”e’ uno dei risultati del rifiuto di Chirac ad aiutare il governo (iracheno) a ristabilire la sicurezza interna e dei suoi ‘no’ ogni volta che e’ stata presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu una proposta di aiuto internazionale all’Iraq”. In un secondo articolo il giornale accusa la Francia ”di aver rifiutato di partecipare alla destituzione del precedente regime di Saddam Hussein, suo principale alleato per gli interessi in Iraq”. Il quotidiano afferma inoltre che a seguito degli ”attacchi terroristici che hanno colpito il popolo e le infrastrutture irachene nessuno ha sentito lanciare appelli dalla Francia perche’ si interrompesse la spirale di violenza fino a quando i terroristi non se la sono presa con i suoi cittadini”.Un altro attacco del giornale e’ rivolto invece contro gli arabi, accusati di essere rimasti in silenzio davanti all’esecuzione del giornalista italiano Enzo Baldoni ”rapito e sgozzato come fosse una vacca da macellare e mangiare”, mentre adesso ”tutto il mondo arabo chiede la liberazione dei due ostaggi francesi sottolineando la posizione della Francia contraria alla guerra”. Nei giorni scorsi, Allawi e Chirac avevano polemizzato a distanza, dopo che il premier iracheno aveva criticato la posizione di Parigi nella lotta contro il terrorismo, sostenendo che ”la neutralita’ in questo frangente e’ inaccettabile”.


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